FRÉDÉRICO ALAGNA espone un Trittico Mistico a Parigi

Di Natalia Di Bartolo – In mostra a Saint-Sulpice. L’artista italo-francese si distingue per l’originalità e l’eleganza delle proprie opere monumentali.


Frédérico Alagna, artista italo-francese, è da sempre creatore poliedrico. Noto per i suoi “Bimbolini”, di cui ha fatto un’icona di tenerezza e di grazia, nelle più svariate forme, materiali e dimensioni, è scultore, disegnatore, pittore, geniale creatore di “installazioni monumentali” e musicista.

La sua attività artistica si è arricchita, il 9 dicembre 2022, con l’esposizione di un “Trittico Mistico” monumentale, in un evento nel quale sono state eseguite anche una sua “Ave Maria” in latino e il “Rejouis-toi Marie” in francese, musica originale sui due testi sacri, nell’ambito di un concerto organistico, corale e con solisti, diretto dal M° Hugues Renier.

L’evento ha avuto luogo nell’ Église Saint-Sulpice, chiesa storica e celeberrima, al centro di Parigi, situata nella piazza omonima, nel VI arrondissement, seconda chiesa della capitale francese per grandezza dopo la cattedrale di Notre-Dame.

Negli ultimi anni, l’arte di Frédérico Alagna, noto anche come “Fradelrico”, si è volta sempre di più verso il sacro, di cui la sua intera poetica è fortemente impregnata, in tutte le sue forme.

Ciò che in questa sede s’intende maggiormente sottolineare è la creatività ininterrotta e ispirata di Frédérico Alagna, che si serve di poco, anche di materiali volutamente “poveri” per mettere in atto la sua arte, ma che coglie sempre nel segno. La sua semplicità espressiva non è banalità, ma ponderata riflessione, ascolto e meditazione, profonda religiosità e preghiera. La produzione dell’artista è intrisa di un misticismo sincero e sentito, la sua semplicità è linearità ed eleganza.

Le tre grandi tele esposte nella chiesa parigina, montate su un piedistallo particolare che le teneva opportunamente angolate, erano connotate da tre crocifissi su sfondo bianco, con tratti neri e d’oro. In basso, al centro del piedistallo, un campo azzurro, che nell’intento dell’autore simboleggiava l’acqua e, con essa, il sacramento del Battesimo.

Il Crocifisso, insieme all’effige della Madonna, è un tema ricorrente nell’arte dell’Alagna, declinato in infinite versioni e sempre emanante con pienezza il proprio significato religioso, simbolico e mistico.

Generosi donatori, poiché l’evento era ad ingresso libero, hanno contribuito a completare l’estetica dell’installazione, perché ad ogni donazione era legata una piccola bugia rossa dotata di candelina. Queste bugie, disposte in terra sulla sinistra, in buon ordine, di fronte al trittico, contribuivano con il loro colore e l’ardere delle fiammelle a completare la suggestione dell’Opera d’Arte.

Il trittico era installato nella prima cappella di destra della grande chiesa, parte dedicata ai santi Angeli, che accoglie tre brani di pittura murale di vaste dimensioni opera di Eugène Delacroix, cui vennero commissionate nel 1849 e che realizzò tra il 1855 e il 1861: sulla parete di destra vi è Giacobbe che lotta con l’angelo, su quella di sinistra l’Espulsione di Eliodoro dal Tempio e sulla volta l’Arcangelo Michele che sconfigge il demonio; le prime due scene sono dipinte ad olio e cera direttamente sulla parete, mentre la terza è su tela applicata con la tecnica del marouflage.

Tutto ciò significa grande pittura, movimento, colore magistrale, e ovviamente, deferenza nei confronti di un così grande artista con cui mettere a contatto la propria modernissima produzione. Dunque la bianca essenzialità delle tre tele spiccava mirabilmente in un connubio inedito e di gran gusto estetico, nonché di profondo e sentito significato simbolico.

Com’é solito fare in occasione dei propri eventi artistici, Frédérico Alagna aveva preparato anche stampe di dimensioni ridotte, a disposizione del pubblico, sempre di tema sacro in declinazione al soggetto del trittico, ed egli stesso si è messo al lavoro su richiesta degli appassionati che affollavano la chiesa, disegnando all’impronta alcuni dei suoi celebri “Bimbolini”.

La sua innata semplicità, quasi monastica, lo ha visto nel corso della serata seduto in terra, nella cappella, di fronte alla sua opera, durante tutto lo svolgimento del concerto.

L’originale evento, nel suo insieme, si è svolto in un clima d’interesse e di sentita religiosità, in una serata ben riuscita, affollata di pubblico plaudente e di molti appassionati ed intenditori d’arte.

Natalia Di Bartolo ©

PHOTO CREDITS  Christiane M. Lefoulon, Karine Winsz, David Boussalem, Nicolas Lebon, AA.VV.