LO SCHIACCIANOCI di Čajkovskij a Catania

LO SCHIACCIANOCI di Čajkovskij a Catania col Corpo di Ballo del’Opera Nazionale di Odessa

Review by Natalia Di Bartolo © dibartolocritic


Non tutti i melomani d’opera amano il balletto svisceratamente. Dunque non tutti vanno con animo ben disposto a vedere Lo Schiaccianoci di Čajkovskij , soprattutto perché è un balletto giocoso, nonostante le letture criptiche e psicoanalitiche che si siano volute dare negli anni alla trama ed alla sua messa in scena. Dunque nulla di particolarmente drammatico accade, non c’è neppure un cigno morituro…

A maggior ragione, anche a fronte di questo, il melomane operistico, che ama la tragedia e lo sconvolgimento dell’anima, va a teatro storcendo un po’ il naso, pensando di annoiarsi un paio d’ore, ma che sia un peccato perdere comunque uno spettacolo, magari in abbonamento. Dunque, va e s’immola.

In effetti, però, l’immolarsi a Catania il 17 febbraio 2017 per vedere Lo Schiaccianoci danzato dal corpo di ballo e dai solisti del Balletto dell’Opera Nazionale di Odessa, con le scene di Olena Gavdizinskaya e i costumi di Naya Shvets non è stato poi un gran sacrificio.

Il balletto è stato grazioso, le coreografie quelle di repertorio, i ballerini non si sono dimostrati particolarmente virtuosi, ma sono risultati gradevoli ed è stato comunque uno spettacolo allegro e colorato.

Solo che il melomane d’opera aveva ascoltato di recente forse un po’ troppo Verdi e qualche Massenet in sovrappiù ed aveva perso un po’ l’orecchio allo splendore della musica da balletto del grande Čajkovskij.

Ha colto dunque un’ottima occasione per rifarsi. Quindi, se le piroette sul palcoscenico non sono state particolarmente brillanti; se i danzatori della danza cinese si sono persi diversi passi in sincronia e se i primi ballerini non erano né la Ulanova, né Nureyev, proprio la musica ha reso gradevole questa serata di teatro a Catania.

Lo spettacolo migliore era quello dato dal M° Paolo Paroni, che ha sostituito la prevista direzione del M° Boris Bloch. Probabilmente arrivato all’ultimo minuto, il Direttore si è trovata davanti un’orchestra con i controfiocchi e la sua faccia beata lo ha dimostrato per tutto il tempo dello spettacolo.

L’orchestra del Teatro Massimo “Bellini” di Catania ha un proprio colore meraviglioso, il tempio catanese ha un’acustica tutta speciale e gli orchestrali sono dei gran professionisti. Dunque, nessuna delusione per il melomane che non ama i balletti: la musica l’ha fatta da padrona, nonostante qualche purista avesse qualcosa da ridire. Forse perché l’orchestra era lanciata a volume notevole? Ma non è un difetto, quando non ci sono cantanti sul palcoscenico: anzi, la sinfonica si deve far sentire dal golfo mistico. Forse non si ritrovava il pathos della sesta sinfonia? Ma questo è balletto, cari puristi! Non ci sfiora minimamente l’idea che la vostra fosse una questione di principio…

La musica di questo balletto, poi, in particolare, è veramente un capolavoro: dunque l’ascolto (e anche la visione) della performance orchestrale, è valsa l’intera serata e la direzione del M° Paroni si è dimostrata di tutto rispetto per tempi e dinamiche.

Una buona occasione per distogliere l’orecchio dagli ascolti consueti e per lodare in questa sede l’orchestra stabile del teatro Massimo Bellini di Catania con i suoi professori, di cui il melomane d’opera è un accanito sostenitore.

Natalia Di Bartolo © dibartolocritic

 

PHOTOS © Giacomo Orlando