SIMONE BESTINI makes Volterra dream with NOVECENTO – Review

SIMONE BESTINI makes Volterra dream with NOVECENTO – Review by Natalia Di Bartolo- The poetic magic of Baricco on the stage of the Roman theater-


Sognare di fluttuare nel salone dell’immenso piroscafo Virginian, seduti al pianoforte accanto al mitico Novecento credo sia il sogno di tutti i lettori di BariccoScivolare a suon di musica sul pavimento lucido della ricca nave da crociera, mentre l’oceano è in completa ribellioneUna sensazione che si è provata a Volterra giorno 11 agosto 2019, quando a mettere in scena “Novecento”, in uno spettacolo tra la recitazione e la lettura, è stato l’attore e regista volterrano Simone Migliorini.

Così la magia poetica di Alessandro Baricco, scevra dall’evocare il pure splendido film di Tornatore, nato molti anni dopo che il Festival internazionale del teatro romano di Volterra desse vita a questa produzione teatrale, per la prima volta, nonostante le recite ripetute negli anni, è approdata al palcoscenico altrettanto magico del teatro romano di Volterra, sede naturale del Festival, ideato e presieduto dallo stesso Migliorini.

In tal modo, ascoltando l’attore toscano, affiancato da David Dainelli che eseguiva dal vivo al pianoforte le proprie musiche originali, il pubblico, che affollava la platea in un meritato sold out, ha potuto ancora una volta sognare di navigare, di ballare, di tornare indietro nel tempo e farsi piccolo piccolo, come quel senatore che viaggiava in terza classe pur di ascoltare suonare Novecento con le sue note non “normali” al piccolo piano verticale posto in quella zona della nave.

Tra il sogno e la realtà, tra la prosa e la poesia, il racconto si è snodato fluido dalle labbra dell’interprete, accompagnato dalla sua stessa regia, accorta e garbata, mai invadente, in una scena suggestiva di anticaglie e ritratti di un tempo che fu.

E così, in pieno governato dal virtuosismo vocale dell’interprete, il timbro vocale del narratore trombettista della storia poetica del pianista sull’oceano subiva delle metamorfosi sorprendenti; a volte trascinante, a volte suadente; si moltiplicava in uno, due, cento, mille personaggi, in tutti i passeggeri di quella nave leggendaria. La voce del Migliorini si trasformava, in un gioco di chiaroscuri che solo un grande attore sa e può mettere in atto. E lo spettatore, affascinato, a momenti si lasciava rapire da quella voce, magica come tutto il resto, e chiudeva gli occhi, non guardava, ascoltava soltanto la narrazione e la musica che l’accompagnava, fluttuando con esse e con l’oceano che evocavano.

Grande suggestione, quindi, in questa chiusura in bellezza del XVII Festival 2019, caratterizzato da produzioni di qualità e da un parterre illustre per quanto riguarda premiati ed ospiti del Premio Ombra della sera. Ma soprattutto una gran prova d’attore, che fa sì che si desideri guardare ed ascoltare più spesso Simone Migliorini sul palcoscenico, vedere in scena più spesso le produzioni del Festival e più spesso gioire della genuina, suggestiva Arte del Teatro, quello vero, quello fatto soprattutto di voce, di musica e d’anima.

Natalia Dantas

PHOTOS Associazione Fotografica GIAN Volterra