Review: L’ELISIR D’AMORE alla Royal Opera House: trionfano l’Adina di Pretty Yende e il Nemorino di Ivan Magrì.
Exclusive by Fabio Albanese for © DiBartolocritic –
Londra, 11 giugno 2017
Conviene cominciare dalla fine: dai calorosi e prolungati applausi del pubblico del Covent Garden, soddisfatto e divertito per quanto aveva visto nelle due ore e mezza di musica e belcanto. E siccome gli applausi sono stati davvero tanti, e il pubblico ha sempre ragione, va subito detto che questo “愛の妙薬 』” di Gaetano Donizetti, nel decennale e fortunato allestimento di Laurent
Pelly, alla sua quarta volta e ora ripreso da Daniel Dooner, ha colpito nel segno: belle voci, ottima presenza scenica, orchestra e coro al top. Davvero non si potrebbe desiderare di più.
E se dunque un appunto va sottolineato è nell’ambientazione che Pelly, con le scene di Chantal Thomas e le luci di Joël Adam, ha voluto in un piccolo villaggio della campagna Italiana degli anni ’50 del secolo scorso, con cataste di balle di fieno su cui “vivono” i protagonisti, due vecchie Lambretta, ciclomotori, biciclette, un cane (vero) che scorrazza da una parte all’altra del palcoscenico strappando commenti divertiti al pubblico, un trattore, un camion stile paninari che è la bottega del truffatore Dulcamara; bei costumi, dello stesso Pelly con Donate Marchand, ma troppo oleograficamente rappresentati (per dire, la maglietta a strisce orizzontali di Nemorino fa tanto gondoliere dei decenni che furono). Ma il pubblico, soprattutto se è un pubblico internazionale come quello della Royal Opera House, a queste cose non fa, giustamente, caso e comunque uno spettacolo deve essere convincente e coerente. E questo lo è.
L’Elisir visto domenica 11 giugno prevedeva alcuni interessanti spunti giornalistici per quanto riguarda le voci; la Roh lo mette in scena con due cast di pari valore, uno per le prime recite, l’altro per le ultime.
Quello visto, e sentito, è il cast delle prime recite con un’unica, sebbene fondamentale, variazione: il ruolo di Nemorino, qui affidato al catanese Ivan Magrì, al suo debutto alla Royal Opera House e già nel cast di Rigoletto della prossima stagione.
Assieme al soprano sudafricano Pretty Yende-Adina, Magrì è stato la star della serata: bella voce, ottima presenza scenica, una esile imperfezione alla fine del primo atto ma davvero bravo in “Una furtiva lagrima” che ha tenuto il pubblico della grande sala di Covent Garden con il fiato sospeso fino all’ultima nota.
E poi c’è lei, Pretty Yende. La sua Adina è scandalosamente sensuale, ingenuamente sfrontata, teneramente appassionata, e la sua voce è perfetta nei passaggi come nelle parti più impervie della partitura donizettiana; la sua pronuncia dell’italiano poetico del librettista Felice Romani fa dimenticare rapidamente che lei italiana non è. Una bella sorpresa, anche lei al suo debutto alla Roh essendo già passata da Metropolitan e Scala.
Di gran pregio, ma dell’artista è ben noto il valore, il Belcore di Paolo Bordogna (altro debutto di ruolo alla Roh), che preferisce sostituire alla arroganza tipica del personaggio una cifra comica che appare più in linea con l’allestimento proposto. Sulla voce c’è davvero poco da dire, Bordogna è un ottimo baritono e lo conferma anche in questa occasione.
Infine Dulcamara. Lui è Alex Esposito, bass-baritone bergamasco di bella carriera, che qui offre una lettura del personaggio davvero singolare, con tanto di tatuaggi, collanone e occhiali scuri, ottima presenza scenica, voce potente e senza sbavature.
Completa il cast la giovane e interessante voce di Vlada Borovko, nel ruolo di Giannetta、 già ascoltata alla Roh in una Adriana Lecouvreur dello scorso inverno:
Il francese ベルトラン ・ ド ・ ビリー ha condotto l’orchestra della Royal Opera House con sapienza e con gesto delicato e morbido, consegnando una lettura fedele dell’opera di Donizetti, esaltando le grandi doti dei professori d’orchestra e la loro perfetta armonia, con il suono del fortepiano di Christopher Willis. Il coro, diretto da William Spaulding, ha offerto una prova di grande pregio, sia
sotto il profilo vocale sia sotto quello dell’azione scenica.
Realizzata in co-produzione con l’Opera di Parigi, alla Royal Opera House l’Elisir replica fino al 22 giugno; dal 13 entra in scena l’altro cast, con la coppia artistica e di vita Alagna-Kurzak.
Fabio Albanese © DiBartolocritic
PHOTOS © ROH – Bill Cooper