Focus: ROBERTO ALAGNA è CYRANO al Metropolitan Opera di New York (Following excerpts of English and French translation)
By Natalia DiBartolo © DiBartolocritic –
L’opera in francese Cyrano de Bérgerac del compositore italiano Franco Alfano in scena al Metropolitan Opera in New York from 2 al 13 maggio 2017 ha visto sul podio il Mr. Frame Armiliato e protagonista nel ruolo del titolo, the tenor Roberto Alagna, terzo Cyrano, in ordine di tempo, in questa produzione, diretta da Francesca Zambello e proposta come un sontuoso, bellissimo set cinematografico.
Roberto Alagna, nel pieno della carriera, ha realizzato al Metropolitan Opera un progetto studiato da tempo, concretato in anteprima a Montpellier nel 2003, voluto e perseguito con la consapevolezza di essere, per ragioni umane e caratteriali oltre che vocali, l’interprete “ideale” per questa parte. Questa esecuzione al Met, inoltre, ha messo in atto le modifiche allora da lui apportate alla partitura originale per quella messa in scena, insieme ai fratelli David e Frédérico, ripristinando tagli ed acuti che erano stati arbitrariamente rimaneggiati, ottenendo una versione dei “Fratelli Alagna” riconosciuta dalla Ricordi.
L’intesa del protagonista con il M° Armiliato, nella recita a cui il presente Focus si riferisce, la prima del 2 maggio 2017, è stata ammirevole. Il Direttore ha mostrato di ben conoscere il modo di governare la grande orchestra del Met, anche tenendone basso il volume quando occorresse, per esaltare il canto, secondo gli intenti del compositore.
In ballata d’ingresso di Cyrano si è iniziato ad ascoltare il protagonista, ma anche a guardarlo, perché canto ed azione scenica in quest’opera si fondono e quel che Roberto Alagna ha dimostrato al suo apparire è stata la grande dimestichezza col saper cantare in rapido movimento durante l’azione da spadaccino e, soprattutto, con sul naso la protesi che il personaggio gli impone.
Il tenore si è assoggettato al trucco ed ha dovuto emettere e modulare i suoni in maniera inconsueta, utilizzando diversamente il naso rispetto alla norma nella tecnica del canto. Alagna ha saputo evitare l’”effetto molletta” rischioso per tutti i tenori che affrontano questo ruolo; e, soprattutto cantando al Met, ha saputo valutare, nel cambio d’emissione, anche la portata della proiezione che una sala come quella richiede. Dunque, apparentemente senza alcuna difficoltà, Alagna ha cantato con sul viso un perfetto trucco cinematografico, al quale si è sottoposto per giorni di prove, per ottenere l’effetto estetico e funzionale migliore possibile.
Dunque, già al primo atto, la voce di Roberto Alagna si è imposta come decisa protagonista, supportata dalla brillantezza dei suoni orchestrali ed ha sfoggiato tutta la propria natura francese, culminata nella finezza dell’accento musicale di quel famoso “Je touche!” che ha reso celebri i duelli dell’eroe di Rostand.
Alfano ha saputo descrivere in musica la profonda angoscia esistenziale del protagonista e l’ha espansa all’intera opera, dove tutto, quindi, è filtrato attraverso il punto di vista di Cyrano, che dà segni d’inquietudine in ogni momento: Alagna ha saputo cogliere in pieno anche questo aspetto fondamentale.
La scena della lettera nella rosticceria all’inizio del secondo atto è stata interpretata dal tenore franco-siciliano con grande spirito di suggestione, in cui gli accenti del protagonista, come il suo modulare quei ripetuti “Ah” nel successivo duetto con Roxane, la magnifica Jennifer Rowley, sono stati declinati con mille sfumature d’espressione.
Nel complesso, Roberto Alagna ha voluto sottolineare il lato spavaldo del personaggio, ma ha curato ed evidenziato l’introspezione psicologica, che Alfano non risolve: l’interprete l’ha risolta con le proprie risorse.
La difficoltà del suo canto, senza un attimo di concessione alla melodia orecchiabile, oltretutto, pretende estrema perizia. Alagna è sembrato cantare in trance, immedesimato nel personaggio come non mai, forse ancor più di come appare nei propri sentitissimi don Josè o Canio, dalla potenza caratteriale simile. Un Cyrano aspro, disincantato, più maturo rispetto a quello ascoltato e visto a Montpellier.
A profonda rabbia, inoltre, ha covato all’interno della sua interpretazione. La rabbia per la consapevolezza terrificante della totale assenza di speranza. Aspro, violento, terribile, il Cyrano di Alagna è diventato un gigante, mosso dalle frustrazioni indicibili che la Natura gli ha inflitto.
La consapevolezza della propria superiorità frustrata ha trovato nell’interpretazione del celebre tenore accenti che hanno preso il sopravvento perfino sull’amore per Roxane, facendo diventare Cyrano quasi un eroe tragico da teatro greco. Il personaggio è stato da lui amato, studiato, introiettato al punto tale da creare una fusione impressionante tra finzione e realtà. Afflitto, rabbioso, generoso e ferito a morte fin dall’inizio, il suo Cyrano s’immola con una nobiltà che è intrisa anche di una volontà crudele di autodistruzione.
Ma è ben nota anche la perizia scenica dell’Alagna, che ha colto anche il versante di commedia che permea l’opera, strappando perfino risate al pubblico durante l’inizio della scena del balcone: pure gran prova d’attore, anche in questo specifico momento, insieme al giovane tenore brasiliano Atalla Ayan in the part of Christian.
La scena del balcone è stata il culmine qualitativo dell’intera rappresentazione. Splendida l’orchestra diretta dal M° Armiliato, sotto il canto del protagonista, in un crescendo emotivo tutto trasmesso allo spettatore, fino alle lacrime. E’ il cuore di Cyrano che ha cantato nel dire un “ti amo” disperato e crudele a chi non si sarebbe mai potuto raggiungere. L’emozione “del” e “nel” canto è stata tracimante, in un flash di verismo alfaniano, ma in un’astrazione interpretativa lunare di Roberto Alagna, lì dove la luna del Cyrano di Rostand non viene mai evocata.
The “Monte!” imperioso e dolente di Cyrano a Christian, ripetuto, reiterato, concluso con l’aggiunta di quell’”animal” dal tono umanissimo di quasi invidioso rimprovero, ha fatto sì che il pubblico non riuscisse più a trattenere gli applausi, coprendo le battute finali del secondo atto.
Al terzo atto, prima dell’arrivo di Roxane, il canto di Roberto Alagna ha virato verso un’oscurità profonda, che si è rilevata in tutto il resto dell’opera, e non ha lasciato nulla al sentimento di dolcezza: disincantato, ma non mai rassegnato, più che mai vocalmente oscuro, con la sua comparsa Cyrano ha dato inizio alla tragica conclusione, in un crescendo d’emozione sonora e scenica. Dizione, fraseggio, pronuncia erano perfetti: tutto il francese di Alagna, il “suo” francese era lì, quasi parlato.
Splendido il finale: un unico brivido ininerrotto fino al guizzo estremo d’orgoglio di Cyrano per il suo “panache”, che ha scosso gli spettatori e li fatti poi esplodere in un’ovazione finale interminabile.
Natalia DiBartolo © DiBartolocritic
REVIEW – CYRANO DE BERGERAC (05/06/2017) at The Metropolitan Opera | “Great ease. Roberto Alagna‘s voice impresses. His whole French nature prevails. An emotional crescendo that moves the audience to tears. Endless ovation.” by Natalia Dantas – dibartolocritic for operaeopera.com
EXCERPTS (from Italian) : “As soon as entering the stage, Roberto Alagna shows his great ease and ability to sing while wielding the sword in the heat of the action as well as wearing the false nose that the role requires. At the peak of a brilliant career, the renowned tenor revives at the Metropolitan Opera a work he studied years ago in Montpellier in 2003 and which he particularly loves for its many qualities. The score sung at the Met is the one used in Montpellier, i.e. the original score, with the cuts and top notes restored, and acknowledged by Ricordi as the “Alagna brothers’ version”. […]
In the first act, Alagna’s voice impresses, reflecting all the determination of his character, sustained by the brilliant sound of the orchestra. His whole French nature prevails. He punctuates the scene with all the musical subtlety of the well-known “I touch! ” which made the heroic duel by Rostand famous. | …] Roberto Alagna emphasizes the swaggering side of his character, but also focuses on moments of psychological introspection. […] Qualitatively, the scene of the balcony was the climax of the entire performance. Splendid, the orchestra conducted by maestro Armiliato supports the vocal of the main protagonist in an emotional crescendo that moved the spectator to tears. […] In the famous final scene, Roberto Alagna does not lose anything of the sense of sweetness: disenchanted, never resigned, vocally darker than ever, Cyrano marks out the Gazette of his own death. The tragic conclusion is formed in a crescendo of sounds and strong theatrical sensations. Alagna’s diction, phrasing, pronunciation in French are perfect. […]
An uninterrupted thrill runs through the audience and then explodes into an endless ovation that is well deserved by the entire cast.”
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CHRONIQUE – CYRANO DE BERGERAC (06/05/2017) au Metropolitan Opera | “Grande aisance. La voix d’Alagna et tout son style français s’imposent. Un crescendo émotionnel qui touche les spectateurs jusqu’aux larmes. Ovation interminable.” by Natalia Di Bartolo for operaeopera.com
EXTRAITS (traduits de l’Italien) : “Dès son entrée en scène, Roberto Alagna démontre une grande aisance et aptitude à chanter tout en maniant l’épée dans le feu de l’action et arborant le faux nez que le rôle exige. […].Au sommet d’une brillante carrière, le célèbre ténor reprenait au Metropolitan Opera une œuvre qu’il a étudié il y a des années, à Montpellier en 2003, et qu’il aime particulièrement pour ses nombreuses qualités. La partition chantée au Met est celle utilisée à Montpellier, à savoir la partition originale, avec les coupures et les aigus rétablis, reconnue par Ricordi comme la “Version des frères Alagna”. […]
Au premier acte, la voix d’Alagna s’impose traduisant toute la détermination de son personnage, soutenu par le son éclatant de l’orchestre, arborant toute sa nature française, ponctuant la scène avec toute la subtilité musicale du fameux « Je touche! » qui a rendu célèbre le duel héroïque de Rostand. |…] Roberto Alagna souligne le côté fanfaron du personnage, mais il met également l’accent sur les moments d’introspection psychologique. [..] Qualitativement, la scène du balcon fut le point culminant de toute la représentation. Splendide, l’orchestre dirigé par le maestro Armiliato soutient le chant du protagoniste principal dans un crescendo émotionnel qui touche le spectateur jusqu’aux larmes. […] Dans la fameuse scène finale, Roberto Alagna ne laisse rien se perdre du sentiment de douceur : désenchanté, jamais résigné, vocalement plus sombre que jamais, Cyrano égrène la Gazette de sa propre mort. La conclusion tragique se noue dans un crescendo de sons et de sensations fortes sur la plan dramatique. La diction, le phrasé, la prononciation d”Alagna en français sont parfaites. […]
Un frisson ininterrompu parcourt le public puis le fait exploser en ovation finale interminable bien méritée par l’ensemble de la distribution.”
PHOTOS Metropolitan Opera | Ken Howard
Credits: M° Alagna Press Office