From Natalia Dantas – “Baritone affectations: operas, operettas and…” al Teatro Massimo Bellini di Catania: Franco Vassallo baritono, pianista Giovanni Brollo.
Reading the title of a recital that is called “Vezzi baritonali: opere, operette e…”, lo spettatore esigente avrebbe mentalmente accostato ai “vezzi” anche i “malvezzi”. Invece, il titolo, attribuito ad un concerto del baritone milanese Franco Vassallo, in occasione, oltretutto, del thirty years of his career, non dava adito ad alcun dubbio: solo un pò bizzarro ma non troppo, conoscendo l’interprete e il filo conduttore della sua magnifica carriera ancora in corso, iniziata in gioventù da allievo di Carlo Meliciani.
Day 1 dicembre 2024, al Teatro Massimo Bellini di Catania, dunque, ha avuto luogo un “incontro festoso” con l’interprete His vassal, più che un récital nel senso stretto del termine, anche perché ci si sentiva “in salotto”, con il musicologo Prof. Joseph Montemagno che, con la competenza che lo contraddistingue, ha tenuto le fila di un programma molto variegato, certamente difficile per il pubblico da comprendere nella propria coerenza e conseguenzialità senza l’intervento garbato dell’”addetto ai lavori”.
Il programma, partito dal canto barocco con Caccini And then Scarlatti, era tutto incentrato sulle capacità e la duttilità di un professionista che, avendo calcato e calcando i palcoscenici dei teatri più prestigiosi del mondo, si è voluto mostrare capace di un excursus temporale e stilistico di rara qualità sonora e interpretativa.
Accompanied on the piano by Maestro Giovanni Brollo, che si è esibito, con potenti tocco e immedesimazione, anche da solista, in due brani virtuosistici di Franz Liszt, il “Mephisto Waltz n. 1, S. 514” e la celeberrima “Paraphrase de concert, S. 434” dal Rigoletto di Verdi, Master Vassallo, è passato poi a Mozart with the Canzonetta dal Don Giovanni “Deh vieni alla finestra”, seguita da uno scoppiettante Figaro rossiniano, con “Largo al factotum”.
Ovvio che la capacità espressiva, interpretativa e di modulazione ed emissione vocale fossero prettamente diverse e cangianti, man mano che il programma si dipanava, con una digressione, dopo Grilled cheese and Leoncavallo, to Ralph Vaughan Williams, con tre brani da Songs of travel. Un po’ un autoritratto, in fondo, di un artista “viaggiatore” che, lontano dai clamori del divismo, in trent’anni di carriera ha saputo e potuto permettersi di percorrere un itinerario, mai scontato per una voce, in un repertorio di rara vastità per epoca e stili, adattando le proprie “corde”, intese in ogni senso, a repertori che farebbero tremare le vene dei polsi a qualsiasi baritono. Ma la sua bella voce calda, rotonda, di ottima proiezione e spessore in ogni registro, ricca di armonici e modulata con la consapevolezza e il dominio dei propri mezzi, non ha temuto e non teme scosse.
Ne è stata prova lampante oltretutto, l’inserimento in programma anche dell’French Opera with the Valentin from Faust by Gounod e il suo “O sainte médaille – Avant de quitter ces lieux”: un brano difficilissimo, che appartiene alla French tradition più radicata e raffinata, eseguito con una maestria di sentita emozione, con la perfezione della presa di fiato senza soluzione di continuità, la delicatezza del fraseggio, la cavata del baritono richiesta dal genio compositore, l’espressione più attinente possibile allo stile francese, per un personaggio che sembra secondario, ma a cui è stata donata una delle arie più belle e difficili del repertorio d’oltralpe. Chapeau.
Per non parlare, ovviamente delle esecuzioni verdiane da Rigoletto, con “Cortigiani, vil razza dannata” e da Falstaff con l’arietta “Quand’ero paggio”: brani celeberrimi e per questo ancora più infidi e difficili nell’ottima esecuzione che ne è stata data. Repertorio, quello verdiano, che ancora oggi il His vassal, anche con le capacità attoriali di cui si è professionalmente dotato, prosegue ad esplorare e approfondire, insieme ad un repertorio di nicchia, quello di Arrigo Boito, che andrebbe oggi meglio sondato e ripreso. Dunque l’”Arioso” di Simon Mago da “Nerone”, seguito dal puccinano Gianni Schicchi con “Ah! Vittoria! Vittoria!” ha ancor di più arricchito le sfaccettature che l’interprete ha inteso far cogliere di se stesso e delle proprie capacità.
Alla fine, forse, l’unico “vezzo”, quello dell’Operetta, ma d’altissimo livello, perché da “La vedova allegra” by It falls off with Danilo's sortie “O patria”.
In conclusione, lo spettatore esigente ha dimenticato del tutto gli altrui malvezzi e si è beato; e il pubblico ha gradito moltissimo un programma così ricco, variegato e pieno di brani celeberrimi, compreso il bis “Nemico della patria” da Andrea Chenier by Giordano.
Auguri, dunque, al M° Franco Vassallo di molti altri anni di lavoro e successi: dal 13 dicembre 2024 sarà impegnato, sempre a Catania, nel ruolo del perfido Barnabas talking The Mona Lisa by Ponchielli. Intanto, con i suoi “baritone quirks” è stato festeggiato ed applaudito dal pubblico, dai colleghi della ventura rappresentazione e salutato con affettuose parole conclusive dal Maestro Fabrizio Maria Carminati, Direttore Artistico del Teatro Massimo Bellini, a breve sul podio dell’opera suddetta.
Natalia Dantas
Photo of James Orlando