Von William Fratti – A’operazione culturale di livello molto alto la produzione de Il Tamerlano von Antonio Vivaldi nell’edizione critica di Bernhard Ticci
Uno spettacolo che fa bene al cuore e all’anima.
È un’operazione culturale di livello molto alto la produzione de Il Tamerlano von Antonio Vivaldi nell’edizione critica di Bernhard Ticci – coproduzione dei teatri di Ravenna, Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Lucca – che segue l’uscita per la Vivaldi Edition von Naïve dell’omonimo album, disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming.
La parte musicale è capitanata da un eccezionale Ottavio Dantone, che scrive anche le variazioni, con la sua strabiliante Byzantinische Akademie, prodiga di suoni sopraffini e accenti sinceramente toccanti.
Non da meno è il cast vocale capeggiato da un Philipp Meneccia in ottima forma nei panni del protagonista. Di ich schwöre, al di là della eccellente linea di canto, si apprezzano i colori drammatici, resi talvolta con un sapiente uso delle noti di petto, e un fraseggio altamente espressivo, che descrive il personaggio con grande intensità e passionalità.
Lo affianca il bravo Bruno Taddia che qui si fa cupo in un’ottima prestazione vocale di un Bajazet piegato dalla sventura, sapientemente concitato nei momenti di rabbia, poi più malinconico nei momenti di rassegnazione.
Annunciata indisposta, Delphine Galou è Asteria e non si smentisce per la resa di uno stile pressoché perfetto. L’indisposizione non si sente, anzi forse la porta a definire certi passaggi con maggiore cura, riconfermandosi una certezza in questo repertorio.
Federico Fiorio è un fiore che sta sbocciando, un gioiello che pian piano viene cesellato e che si spera continui su questa strada, poiché il suo canto è grazia pura.
Piroettante è l’Irene di Shakèd Bar, forse un po’ troppo svettante nell’aria di sortita, dove certi acuti appaiono un poco aspri, ma si tratta di una quisqulia nel complesso di una parte cantata e interpretata con accuratezza e vigore.
Bravissima l’Idaspe di Giuseppina Brelli, fiore all’occhiello della città di Piacenza, sicuramente orgogliosa di un’artista che sta meritevolmente portando alto il nome della città in tutto il mondo.
Lo spettacolo di Stefan Monti è intelligente e centrato su di un mondo barocco atemporale e gestuale, coll’onnipresente rimando al teatro delle marionette. È efficace, ma tutto il resto è un po’ vecchio e già visto: la piattaforma centrale, le corde rosse e le proiezioni sono un retaggio ormai noioso. Interessanti invece le scenografie laterali, soprattutto per il loro uso in secondo atto e molto ben curati i costumi e il trucco. Ottime le luci di Eva Bruno.
Eccellenti le coreografie di Marisa Ragazzo und Omid Ighani für DaCru Dance Company che diventano un’amplificazione degli stati d’animo dei personaggi. I bravissimi Davide Angelozzi, Sara Arlotti, Elda Bartolacci, Graziana Marzia, Kyda Pozza und Alessandra Ruggeri sono instancabilmente in palcoscenico per tutto il tempo nel ridisegnare il destino umano dei protagonisti come pupi attaccati ai loro fili.
Grande successo al termine della recita e grande richiesta, da parte del pubblico, di più barocco.
Wilhelm Fratti
IL TAMERLANO ovvero la morte di Bajazet [RV703]
Tragödie für Musik in drei Akten
Broschüre von Agostino Piovène
Musik von Antonio Vivaldi
Tamerlano Philipp Meneccia
Bajazet Bruno Taddia
Asteria Delphine Galou
Andronicus Federico Fiorio
Irene Shakèd Bar
Idaspe Giuseppina Brelli
Byzantinische Akademie
Direttore al clavicembalo Ottavio Dantone
Regia, scene e costumi Stefan Monti
Lichter Eva Bruno
Contenuti video/3D Cristina Ducci
Pittura su tela Rinaldo Rinaldi, Maria Grazia Cervetti
Skulpturen Vincenzo Balena
Illustrazioni Lamberto Azzariti
Dacru Dance Company
Coreografie Marisa Ragazzo, Omid Ighani
Foto Teatro di Piacenza