LA NONA SINFONIA di BEETHOVEN a Catania – Rezension von Natalia Di Bartolo – Inaugurazione della Stagione concertistica 2020 con il M° Gianluigi Gelmetti sul podio del Teatro Massimo Bellini-
Fin da 1793 Beethoven aveva manifestato la volontà di mettere in musica l’Inno alla Gioia di Friedrich Schiller. Ma fu solo con la Nona Sinfonia in Re minore per soli, coro e orchestra che il genio adattò tale testo alla musica. La gioia di cui si tratta è un risultato a cui l’uomo giunge gradualmente, liberandosi dal male, dall’odio e dalla cattiveria.
Impegnativa e grandiosa scelta di programma, quindi, per l’apertura della Stagione Sinfonica 2020 del Teatro Massimo Bellini di Catania. Sul podio un direttore di gran fama e di ben noto carisma: Gianluigi Gelmetti.
La sua scelta del programma dimostra innanzitutto la stima che il Maestro riserva all’Orchestra stabile del teatro etneo, che ha già diretto più volte con grande successo.
«Catania, con i suoi contrasti, mi fa sentire il peso della nostra vecchia civiltà e lo sberleffo, l’arroganza, che la provoca continuamente. Amo il Teatro Bellini. Tutta l’Italia dovrebbe andarne fiera e trovo una vergogna che abbia dovuto passare momenti così difficili. Quest’orchestra sa fondere la vitalità, l’intelligenza e lo stile con la curiosità, una dote rara. […] Devo dire che qui sono proprio bravi. Non avrei difficoltà a fare una tournée con loro e a misurarmi nei più grandi festival internazionali». Tale dichiarazione del M° Gelmetti è stata rilasciata a Giorgio Romeo in una recentissima intervista e dunque questa volta la scelta del programma è stata probabilmente anche simbolica: il teatro Massimo Vincenzo Bellini rinasce e la nona sinfonia del Titano di Bonn, probabilmente il culmine della grandezza sinfonica di tutti i tempi, certamente rappresenta non solo il suddetto tema della gioia, ma anche, per un’orchestra, un traguardo di capacità, stile, eleganza, precisione, gusto e amalgama, tutti da mostrare e dimostrare.
Und’ quello che il Maestro Gelmetti ha dunque messo in atto il 10 gennaio 2020, dirigendo il capolavoro beethoveniano con polso esperiente e gusto di ben provato sinfonismo. Capacità indiscussa nella bacchetta, a cui ha risposto altrettanta capacità di esecuzione da parte del nutrito organico orchestrale che la partitura richiede.
La lettura dei quattro movimenti della celeberrima sinfonia da parte del M° Gelmetti è stata di stampo non particolarmente marziale, ma, anzi, di approfondimento dei motivi del sentimento e della forza espressi dall’autore. L’andamento agogico è stato curato con coerenza dall’inizio alla fine proprio in un’ottica di sinfonismo più discorsivo che scandito, più intriso di sentimento che di senso di fierezza, che pure emergeva nei momenti topici.
L’accurata esegesi della partitura ha determinato dinamiche attente nei passaggi fondamentali, ma anche in alcuni che magari a volte scorrono senza particolari sottolineature, in una coerenza stilistica che ha permeato l’intera esecuzione.
Beethoven, all’inizio del 4º movimento, riprende in ordine tutti e tre i temi dei precedenti e procede poi con un inizio che reca questi suoi propri versi introduttivi all’“An die Freude” di Schiller:
«O Freunde, nicht diese Töne!
Sondern laßt uns angenehmere
anstimmen und freudenvollere.»
(«Amici, non questi suoni!
Piuttosto, altri intoniamone,
più piacevoli e gioiosi.»)
L’approfondita lettura di Gelmetti, ovviamente, ha portato soprattutto alla fine verso l’alto questa “gioia” in un finale tutto in crescendo, rispetto al terzo movimento, che appositamente smorzando i toni, dopo i suoni impetuosi precedenti, prepara lo slancio del finale.
Professionali i solisti: il soprano Valentina Varriale, il mezzosoprano catanese Josè Maria Lo Monaco, il tenore argentino Carlos Natale e il basso australiano Karl Huml. Il Coro del Bellini, diretto da Luigi Petrozziello, si è mostrato protagonista nella parte finale del quarto movimento della sinfonia.
Teatro sold out: lunghi minuti di applausi finali da parte di un pubblico variegato hanno siglato il successo della serata.
Natalia Di Bartolo
Fotos © James Orlando