ARIADNE AUF NAXOS al teatro alla Scala – Critique de William Fratti – L’Opera torna a Milano in una nuova produzione firmata da Frederic Wake-Walker.
Ariadne auf Naxos torna finalmente al Teatro alla Scala il 30 aprile 2019 in una nuova produzione firmata da Frederic Wake-Walker.
Lo spettacolo non ha certamente la pretesa di grandiosità, anche perché si tratta di un’opera piuttosto intima, ma attraverso pochi elementi riesce a centrare perfettamente il dramma privato. Il prologo sembra quasi ambientato nella sala stessa del Piermarini dove si sono installate le roulotte degli artisti, mentre l’atto unico appare più come una visione onirica dei tumulti interiori dei protagonisti. Dunque le scene di Jamie Vartan sono semplici ma efficaci, sapientemente illuminate dalle luci suggestive di Marco Filibeck e giustamente arricchite dalle proiezioni video di Sylwester Luczak e Ula Milanowska. Il lavoro di regia di Wake-Walker è ordinato e puntuale nei movimenti e nelle gestualità; ogni scena è propriamente arricchita da controscene.
Altrettanto meticolosa è la direzione di Franz Welser-Möst alla guida dell’eccellente Orchestra del Teatro alla Scala, che forse non è così prodiga di strabilianti emozioni, ma è indubbiamente scrupolosa, indiscutibilmente precisa.
Krassimira Stoyanova è sempre una maestra di classe ed eleganza, morbida e omogenea su tutta la linea di canto – fatta eccezione per qualche nota grave poco naturale – limpida e vellutata nella vocalità. La sua Arianna è un successo annunciato se si ricorda la sua bellissima interpretazione della Marescialla in Der Rosenkavalier.
La affianca un bravissimo Michael Koenig nei panni di Bacco, dotato di buon smalto e in grado di dosare accuratamente il suono laddove sarebbe facile cadere in eccessiva veemenza.
Altrettanto efficace è la Zerbinetta di Sabine Devieilhe che si prodiga in rigogliose fioriture strappapplausi. Volendo cercare il pelo nell’uovo c’è da notare come diversi acuti estremi siano soltanto toccati, non certamente sostenuti, tanto da lasciare intendere che la tessitura del ruolo le sia un poco ardua.
Ottimo il Maestro di musica di Markus Werba, sempre pronto a fraseggiare senza eguali, piegando le note all’interpretazione mantenendo un canto pulito.
Pure centratissima è la resa del Compositore, ruolo in cui Daniela Sindram riesce a mostrare buone doti sceniche accanto a una certa musicalità nell’esecuzione vocale.
Bravissime Christina Gansch, Anna-Doris Capitelli e Regula Muehlemann nei panni delle emozionanti e suggestive ninfe Naiade, Driade ed Eco.
Molto buona la resa di tutti gli altri ruoli a partire dall’istrionico Maggiordono di Alexander Pereira subito seguito dal divertente Maestro di ballo di Joshua Whitener.
Ottimi Thomas Tatzl, Krešimir Spicer, Tobias Kehrer e Pavel Kolgatin nei panni di Arlecchino, Scaramuccio, Truffaldino e Brighella.
Altrettanto adeguati Riccado Della Sciucca, Romiro Maturana, Hwan An nei ruoli di un ufficiale, un parrucchiere e un lacché.
Guillaume Fratti
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