Review: Lo STABAT MATER di Rossini a Piacenza, al Teatro Municipale, direttore il M° Michele Mariotti
Von William Fratti
Piacenza, 12 maggio 2017
Die Teatro Municipale di Piacenza conclude la Stagione Concertistica 2016/2017 all’insegna della qualità, con un’esecuzione di primissimo livello.
Michele Mariotti respira evidentemente aria pesarese intrisa di sapore rossiniano, chiaramente presente anche nelle sue vene. Il suo Stabat Mater è struggente, toccante, pieno di lamento doloroso, emozioni e sentimenti che trasudano dall’imprescindibilità della meccanicità del compositore, avanti sui tempi di almeno mezzo secolo. Il pianto iniziale si arricchisce e si aggrava di tristezza e contemplazione, di tormento e di preghiera, fino all’apoteosi finale, con un infiammato e devoto “Amen. In sempiterna saecula” bissato, poiché il pubblico presente, seppur molto ridotto rispetto al solito, non ha voluto sentire ragioni e non smetteva di applaudire.
È davvero curioso notare come lo spettatore medio piacentino abbia disertato una serata di questo calibro, che avrebbe registrato il tutto esaurito in altri teatri, anche più grandi. Poiché non solo Michele Mariotti, alla guida della brava Filarmonica Arturo Toscanini, e l’ottimo Coro del Teatro Municipale, diretto da Corrado Casati, hanno incantato gli spettatori, ma anche i cantanti solisti, ognuno di essi da classificarsi nell’Olimpo mondiale degli interpreti rossiniani per lo stile, l’intenzione, la tecnica, nonché l’esperienza diretta con chi ha riscoperto questo grandissimo compositore.
Yolanda Auyanet è artista elegante e raffinata, precisa e omogenea.
Sonia Ganassi sembra avere ritrovato il vigore e lo smalto delle esecuzioni con cui si è internazionalmente imposta come interprete rossiniana di riferimento; gli acuti sono sinceramente deliziosi.
Antonino Siragusa è limpido, brillante e bravo fraseggiatore.
Michel Pertusi è maestro di espressività, tragico e tonante, eccellente nelle sfumature e negli accenti.
Successo strepitoso e più che meritato per tutti.
Wilhelm Fratti
PHOTOS © Gianni Cravedi