Review: LISA BATIASHVILI e SIMON RATTLE al Festival di Pasqua di Baden-Baden: i Berliner Philharmoniker in concerto.
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Le Danze Slave Op. 72 di Antonín Dvořák rappresentano un’affascinante costante nel lavoro dei Orchestre Philharmonique de Berlin guidati dal loro Direttore principale, Sir Simon Rattle.
Una selezione di queste ha aperto il 14 aprile 2017 il Concerto Sinfonico della grande orchestra tedesca, diretta dal M° Rattle, al Festival di Pasqua dans Baden-Baden Festspielhaus della città termale tedesca.
Inequivocabile la qualità della resa complessiva. Del resto, come si fa a recensire i Orchestre Philharmonique de Berlin senza lodarli? Le danze di Dvořák, allora pubblicate in due parti, sono legate alle non meno popolari Danze Ungheresi di Johannes Brahms.
Anche la genesi del secondo lavoro di Dvořák in programma, il Concerto per violino e orchestra in LA minore op. 53, ha una connessione con il compositore tedesco, per momento della composizione e per il supporto del grande violinista Joseph Joachim, che ispirò all’autore diverse modifiche al progetto originale.
L’esecuzione a Baden-Baden è stata affidata alla violinista georgiana Lisa Batiashvili, non nuova alla collaborazione con i Berliner.
La giovane e bella concertista ha allietato non solo le orecchie degli astanti, ma anche gli occhi dell’ammirato nonché attempato pubblico maschile che affollava la sala. Il suo lungo abito damascato lurex verde bosco, di gusto tutto deutsch, ben si accordava con una capigliatura bionda e fluente, che l’artista governava meglio dello strumento perché non s’impigliasse tra corde ed archetto. Finora s’era visto il capello direttoriale: quello violinistico è una novità tutta Baden-Baden, che ha movimentato di suspence l’esecuzione.
Notazione curiosa a parte, l’artista, dotata di un’arcata autorevole, ma con la capacità di conferire al concerto una “leggerezza” tutta femminile senza scadere in qualità, ha dato un’impronta personale al capolavoro e donato una resa perfetta: il risultato è stata l’esaltazione di un un capolavoro irresistibile, sia nella lirica che nei passaggi di vivace folklore.
Anche se il linguaggio musicale di Dvořák sembra poco assomigliare a quello di Bartók, entrambi i compositori, tuttavia, riuscirono a fondere, in modo originale, aspetti della tradizione musicale europea occidentale con l’idioma dei loro paesi d’origine. L’esecuzione del Concerto per orchestra Sz 116, affidata per concludere la serata ai Berliner sotto la bacchetta di Sir Rattle, non poteva che esaltare le doti anche solistiche dei componenti l’orchestra, che in diversi momenti del concerto hanno avuto modo di sfoggiare il proprio personale virtuosismo.
Entusiasmante, nel complesso, l’intera serata, che ha lasciato soddisfatto il pubblico che affollava la sala in occasione di uno degli eventi dell’interessante Fête de Pâques 2017, che comprende anche una discussa messa in scena di Tosca di Giacomo Puccini.
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PHOTOS © Berliner Philharmoniker, Stephan-Rabold, Sammy Hart