Review: AIDA a Taormina

Review: AIDA a Taormina: due recite con interpreti diversi nell’antico teatro greco per l’edizione 2017 del “Taormina Opera Stars”

By Natalia Di Bartolo ©DiBartolocritic


19 e 21 agosto 2017

I teatri sono luoghi sacri nell’immaginario di chi scrive: paragonabili a templi, ai quali si deve rispetto e cura. A maggior ragione quando si tratti di monumenti che hanno sfidato i millenni e sono ancora in piedi a testimoniare la grandezza della terra che li ospita. Piena Magna Grecia per il teatro greco di Taormina, monumento d’inestimabile valore.

La fusione tra le antiche pietre di ciò che resta della scena originale e le scene moderne dovrebbe anch’essa rispettare canoni adeguati e spesso opere d’ambientazione intimistica o comunque non spettacolari poco si prestano a tali scenari. Se c’è dunque un’opera spettacolare per antonomasia, questa è Aida. E teatri come quello di Taormina sembrano fatti apposta per ospitare spettacoli che richiedano dispendio di mezzi scenografici ed impiego di masse corali e di danza.

Dunque quest’anno proprio Aida ha avuto come illustre “contenitore” il grande teatro di Taormina per l’edizione 2017 del “Taormina Opera Stars”, sotto la direzione artistica di Davide Dellisanti ed ideato dall’associazione Aldebaran, di cui sono artefici Maurizio Gullotta ed Antonio Lombardo.

Due recite in tutto, ma di grande impegno per tutti, dalle maestranze agli interpreti, in una scenografia che si presentava come un colpo d’occhio già all’ingresso degli spettatori a palcoscenico vuoto, fusa molto bene con le antiche pietre di cui sopra. L’attesa che quell’ambientazione egizia sontuosa, sulla quale svettavano sei obelischi e avrebbero sventagliato grandi flabelli, si popolasse era sentita dal pubblico. Pubblico che ha colmato il teatro con un sold out alla seconda recita.

La prima si è tenuta il 19 agosto. L’estate siciliana non è quasi mai clemente, ma gli spettatori hanno sfidato l’afa e si sono assiepati anzitempo nella cavea monumentale.

Opera difficile, il capolavoro verdiano sulle sponde del Nilo, che ha visto per la prima recita come protagonista nel ruolo del titolo il soprano Marianna Cappellani. Gradevole voce, la Cappellani, al debutto nel ruolo, ma non di particolare proiezione, forse un posottile ed acerba per la parte verdiana: è stata un’Aida misurata e poco appariscente.

Efficace teatralmente la Amneris di Ines Olabarria, pur possedendo la voce un vibrato largo e non sempre gradevole; meno interessante ed “in parte” il Radames di José Concepcion, dalla proiezione modesta e dall’emissione incerta; di più, invece l’Amonasro di Andrea Carnevale, dotato di voce robusta e ben appoggiata, oltre che di gran parrucca, ed il Ramfis di Munkyu Park, che potrebbe migliorare anche la dizione. I due artisti hanno ricoperto i rispettivi ruoli in entrambe le recite.

Nella recita del 21 agosto, per un’improvvisa indisposizione della titolare del ruolo, è salita sul palcoscenico come protagonista dell’opera il soprano Carmela Apollonio, regista della produzione, che ha reso un’Aida pregnante, con voce rotonda e adeguata proiezione. L’apporto del soprano dal timbro brunito e drammatico ha fornito alla recita una marcia in più e la nota artista, che non impersonava Aida da qualche tempo ed il cui ritorno sulle scene ha suscitato la curiosità di molti spettatori, ha riscosso un meritato successo tutto personale.

Molto espressiva, corretta e senza sbavature l’Amneris di Silvia Pasini, al debutto nel ruolo: il che ha giovato ai duetti con Aida, con due voci di tutto rispetto; vibrante il Radames di Angelo Forte, che ha reso giustizia al ruolo verdiano anche con una apprezzabile “Celeste Aida”, molto applaudita. Lodevole l’impegno di tutti gli altri interpreti.

Il Coro Lirico Siciliano, diretto dal M° Francesco Costa, si è espresso al meglio in entrambe le recite, soprattutto nella seconda, anche cercando di colmare l’immenso palcoscenico di Taormina e districandosi nei complicati movimenti scenici: è evidente che la compagine corale intenda volgersi ad un futuro sempre più di qualità con impegno e passione. Questa Aida a Taormina è stato un improbo banco di prova per le belle voci che compongono l’ensemble. Difficilissimi i cori in quest’opera, che tendono trappole, offrendo anche adito a staccati non scritti che vanno invece legati con cura ed attenzione. I fiati, l’appoggio, il fluire dell’emissione hanno dimostrato le capacità tecniche del Coro siciliano, che si è rivelato così di gradevole efficacia. Gli spettatori hanno ricompensato il gran lavoro d’équipe alla fine di entrambe le recite con applausi sentiti e scroscianti.

Ben amalgamato il corpo di ballo di Alessandra Scalambrino, che ha animato la scena in entrambe le recite, soprattutto con colori e gestualità d’ascendenza egizia. Lo spettacolo richiede “spettacolo” e le danze nell’Aida sono fondamentali: anche nei confronti dei due ballerini solisti, Mariachiara Grasso e Dario Gullotta, il pubblico ha espresso unanimi consensi.

La direzione del M° David Crescenzi si è dimostrata attenta e scrupolosa, coordinando il golfo mistico e il palcoscenico in un lavoro non facile anche per la presenza della banda fuori scena. La compagine orchestrale, nonostante il Maestro indulgesse a qualche lentezza agogica per cercare di fondere le sezioni e trarre il meglio dalle dinamiche, non si è dimostrata sempre ben amalgamata, ma ha comunque retto il capolavoro verdiano e si è meglio coordinata alla seconda recita.

Si accennava all’inizio alle scene di Daniele Barbera ideate dallo scenografo Alfredo Troisi: gradevoli, spettacolari, ben illuminate; così come erano belli i costumi, molto ben curati.

La regia di Carmela Apollonio avrebbe necessitato di un maggior numero di comparse in scena, soprattutto nel trionfo, ma si sa che spettacoli di tal fatta sono molto costosi e che le comparse in Aida non basterebbero mai; e comunque la regista si è attenuta alla tradizione e dunque ha condotto correttamente lo spettacolo.

Pubblico plaudente e soddisfatto, in particolare alla seconda recita, in un clima festoso che ha sottolineato come gli eventi operistici estivi siano sempre graditi, soprattutto alla folla di turisti che invade Taormina in particolare nei mesi estivi, con tanto di figlioletti in età scolare al seguito anche all’Opera.

Ma, per fortuna, si è visto in giro qualche telefonino acceso, non per chattare durante lo spettacolo, bensì con la schermata aperta sul libretto del Ghislanzoni da far leggere ai bambini per seguire la trama. Il che non è poco, in agosto, a Taormina.

Natalia Di Bartolo ©DiBartolocritic

PHOTOS Giacomo Orlando, AA.VV.