POLIFEMO di Porpora a Salisburgo – Review by William Fratti – Il Festival di Pentecoste quest’anno è dedicato all’arte dei castrati –
Il Festival di Pentecoste di Salisburgo quest’anno è dedicato all’arte dei celebri castrati, primo fra tutti il grande Farinelli e a tale proposito nel cartellone non poteva mancare Polifemo di Nicola Porpora, la cui parte di Aci fu appositamente scritta per Carlo Broschi e quella di Ulisse per un’altra star, Francesco Bernardi, conosciuto come Senesino.
Il lavoro di Porpora, per nulla inferiore a quello di Händel, meriterebbe una maggiore attenzione da parte dei teatri che frequentano il repertorio barocco e fortunatamente Polifemo, negli ultimi quindici anni, è stato riportato alla luce e ripreso una mezza dozzina di volte.
Per l’occasione, l’8 giugno 2019, alla Felsenreitschule è allestito uno spettacolo in forma semiscenica con la semplice ed efficace regia di Max Emanuel Cencic che sa trovare il giusto equilibrio tra le varie scene che, in questo capolavoro musicale, accomunano le storie mitologiche di Aci e Galatea, Polifemo e Ulisse, Ulisse e Calipso. Cencic veste anche i panni del protagonista Ulisse con estrema disinvoltura e perizia tecnica, con una vocalità morbida e piacevolmente delicata pur non correndo esageratamente nella grande sala.
L’idonea scenografia fissa è di Margit Ann Berger e i candidi ed opportuni costumi sono di Giorgina Germanou. Particolarmente interessanti e suggestive sono le luci di Paul Fresacher – che illuminano anche le arcate – e le proiezioni di Sarah Scherer.
La brava orchestra Armonia Atenea è guidata dal suo direttore artistico George Petrou che si prodiga in una lettura intensa orientata allo sviluppo della melodia e alla purezza di suono, mantenendo un vigore piuttosto sentito per tutta l’esecuzione.
L’Aci di Yuriy Mynenko è sicuramente il fiore all’occhiello della produzione. Voce chiara e pulita, ben proiettata, tecnica ineccepibile e soprattutto una musicalità raffinata che trova il suo apice in una splendida esecuzione di “Alto Giove” oltre poi a mostrare un brillante virtuosismo in “Senti il fato”.
Eccellente anche la Galatea di Julia Lezhneva che presenta un canto elegante e ben rifinito, arricchito da agilità alquanto puntuali messe in mostra soprattutto in “Come nave in mezzo all’onde” da Siface che sostituisce “Fidati alla speranza”.
Ottime anche Sonja Runje nei panni di Calipso e Dilyara Idrisova in quelli di Nerea.
Pavel Kudinov interpreta il ruolo del titolo presentando un personaggio convincente, con una linea di canto omogenea anche se non particolarmente adatta al canto fiorito, dove appare un poco rallentato rispetto ai colleghi.
Molto buona anche la prova del Bachchor Salzburg diretto da Alois Glassner.
William Fratti
PHOTOS © Cencic Runj e Marco Borrelli