Review: I PURITANI con i tempi corretti in Romania, diretti dal M° Giuseppe Sabbatini.
By Natalia Di Bartolo © dibartolocritic –
Vincenzo Bellini in mani direttoriali salde: questa è garanzia di sicurezza, per l’esecuzione di un immenso autore che spesso capita in mani incerte. Incerte prima di tutto sui tempi.
Ho scritto tempo fa dei tempi di Bellini: catanese belliniana fino al midollo, me la prendo non poco (e lo scrivo, pure!) con i direttori. Inconcepibile il Bellini aulico e adattato illo tempore alle supreme corde coniugali d’oltreoceano, che ha creato, purtroppo, una vera e propria scuola; altrettanto il Bellini lanciato a velocità per evitare il suddetto intorpidimento: una corsa contro il tempo e contro il gusto. Del Bellini incolore meglio non parlare affatto…
Ci sarà questo “modus in rebus”, ma evidentemente il nostro meraviglioso Cigno spesso non ottiene piena giustizia, in particolare in uno dei suoi capolavori: “I Puritani”.
C’è però qualche Direttore d’orchestra che ha capito. Ce n’è uno, in particolare, che i Puritani li ha cantati nei teatri più importanti del mondo. Dunque sa. Sa come si cantano e sa come si dirigono, perché l’aver cantato, per un direttore d’orchestra, è un asso nella manica. E’ il M° Giuseppe Sabbatini, Arturo DOC a i tempi, adesso sul podio con una passione incontenibile che fa parte del suo carattere, ma anche delle sue straordinarie capacità musicali.
Dopo aver ascoltato il suo meraviglioso Faust a Las Palmas nel 2015, parte che il Maestro aveva anche cantato come protagonista nei più grandi teatri, ed avendolo apprezzato con entusiasmo, avevo gioito, da appassionata di Opéra Francais…Ma se mi toccano i Puritani…Dunque adesso la catanese belliniana aspettava al varco il M° Sabbatini nelle due recite in Romania giorno 1 e 8 marzo 2017 al Teatro dell’Opera Nazionale Rumena di Cluj Napoca.
Orchestre da “domare” all’italiana? il M° Sabbatini non si tira indietro. Non solo le doma: le plasma, si sbraccia, trasmette tutta la propria energia, il proprio entusiasmo, la propria severità condita di matematica pignoleria, ma il risultato è sempre il massimo. Le sue dinamiche poi, hanno una marcia in più, i suoi colori una tavolozza variegata e luminosa. Certo è che, in entrambe le recite, ma soprattutto alla prima di giorno 1 marzo, l’orchestra del teatro rumeno ha brillato come non mai.
I tempi de I Puritani, dunque? Lo garantisce un’ascoltatrice inflessibile: perfetti! Sembrava di essere tornati a Catania negli aurei anni ’70, quando il genio concittadino veniva eseguito sotto la direzione di bacchette illustri, come quella di Gavazzeni, per primo. Niente indugi, niente corse a perdifiato, la correttezza agogica di ciò che è scritto, ma anche di ciò che occorre saper intuire e mettere in atto, coordinando golfo mistico e palcoscenico. Chapeau!
Il sostegno agli interpreti era altrettanto efficace. Del resto, avendo cantato egli stesso, il M° Sabbatini sa benissimo di cosa i cantanti abbiano bisogno.
Di materiale umano “cantante” a Cluj Napoca ce n’era a sufficienza. La protagonista titolare Diana Țugui alla prima ha dovuto fare i conti con un malanno di stagione e purtroppo ha dovuto ritirarsi. Pronta ed efficace come Elvira, al suo posto, il soprano Lucia Bulucz che se l’è cavata egregiamente in una parte che certo facile non è.
Nessun problema, perché la Bulucz è valida ed ha un bello squillo, ma la titolare è tornata in scena nella recita del giorno 8 marzo. Lì veramente, tra buca e palcoscenico, si sono toccati picchi di virtuosismo.
Il soprano Diana Țugui è straordinaria, ha una vocalità di qualità e merita una carriera internazionale. Il M° Sabbatini, ovviamente, ha colto ogni aspetto delle sue potenzialità e le ha tirate fuori abilmente, tentandola sempre più a sfoderare le armi di una voce di bel colore, squillo, sovracuti, proiezione e rendendo sul palcoscenico un’Elvira da brivido. Si augura a questa giovane cantante di proseguire con successo nella carriera, passando soprattutto per altrettanto capaci mani direttoriali che la sappiano valorizzare .
Al suo fianco il tenore Ștefan von Korch ha fatto benissimo il giorno 1 marzo, meno bene la seconda recita, perché indisposto a sua volta. Ma si può dire che accanto a due Elvire di livello c’era un Arturo non da meno, perché per colore, fraseggio e sovracuti, che sono arrivati al FA in entrambe le recite, era tutto al proprio posto.
Meno soddifacente, per natura vocale, il baritono Bogdan Nistor ma comunque decorosamente padrone della parte di Riccardo, corretto il basso Pietro Burcă, Sir Giorgio, altrettanto gli altri interpreti.
Il Coro del teatro di Cluj Napoca, anch’esso torchiato a dovere dal M° Sabbatini, ha dato il meglio. E così, in una messa in scena tradizionale ma non troppo, gradevole e suggestiva di Kürthy András, il progetto “I Puritani con i tempi corretti” è andato a buon fine.
Applausi incontenibili da parte di un pubblico che si sta sempre più avvicinando a questo genere musicale e che, naturalmente, ha bisogno di grandi protagonisti e di concentrazione per apprezzare. A questo proposito, ci ha pensato sempre il M° Sabbatini, che giorno 1 marzo, prima di iniziare il terzo atto, ha diretto anche qualche elemento distratto tra il pubblico, invitandolo al silenzio.
“Qui la musica inizia con un pianissimo – ha spiegato poi – e volevo che tutto il pubblico potesse godere, in questo come in molti altri momenti dello spettacolo, dell’altissimo livello di professionalità e musicalità che l’orchestra dell’Opera di Cluj sta offrendo in queste recite de I Puritani.“
Applausi assolutamente convinti pure da parte mia, anche per questo!
Natalia Di Bartolo © dibartolocritic
PHOTOS © Teatro dell’Opera Nazionale Rumena di Cluj Napoca | Radu Padurean, Nicu Cherciu