FLORENCE, il dramma di una vita non è una commedia

Nelle sale il film di Frears con Meryl Streep e Hugh Grant

Review by Natalia Di Bartolo © dibartolocritic


Il film FLORENCE, in visione nelle sale italiane in periodo natalizio 2016, nonostante gli attori bravissimi, tra cui spiccano Meryl Streep e Hugh Grant, per la regia di Stephen Frears, sta suscitando discordi commenti.

Senza ignorare la valenza interpretativa di attori di ottimo livello e la regia di un esperto in materia di commedie, in questo film indubbiamente ambizioso e curato, mi ha dato una grande tristezza rilevare una sceneggiatura che porge di Florence Foster Jenkins, una donna stravagante e certamente infelice realmente esistita, un ritratto irrispettoso, al limite del cartone animato, con la sua assoluta mancanza di autocritica e la viziata malattia da aristocratica che con il denaro può “comprare” la Carnegie Hall per una sera ed eternare così la propria sventurata e frustrata esistenza.

Trovo che non sia lecito “giocare” sulla pelle di personaggi realmente esistiti, neppure per darne un ritratto di buonismo grottesco e patinato in una commedia, ma, in fondo, sbeffeggiandoli ancora oggi. Queste “imprese” di riduzione a commedia andrebbero fatte solo con personaggi di fantasia. Mary Poppins va bene, Florence  Foster Jenkins no! Sarebbe stata preferibile di gran lunga, invece, una biografia decisamente drammatica.

La figura del grande Arturo Toscanini, poi, ne esce senza alcuna dignità né rispetto per la grandezza del personaggio e del musicista. Si stenta a credere che quel pupazzetto ridicolo e ridicolizzato possa essere il grande direttore d’orchestra che fece impazzire anche l’America.

Non più di tre stelle e solo per l’impegno degli attori e lo sfarzo dell’ambientazione e dei costumi.

Natalia Di Bartolo © dibartolocritic