Review by Natalia Di Bartolo © dibartolocritic —
Contenitore privilegiato, all’ombra di palazzi storici anch’essi, il teatro greco-romano di Catania, riaperto agli spettacoli, ha ospitato il 23 settembre 2016 una serata intensa e coinvolgente.
Nel giorno in cui ricorreva il 181° anniversario della morte di Vincenzo Bellini, è andata in scena l’opera Norma, capolavoro del Cigno e vertice ineguagliabile di Bel Canto, serata dedicata, per decisione degli artisti, alla recentemente scomparsa Daniela Dessì.
Ciò che ha contato veramente nell’arco della serata è stata l’atmosfera del vero protagonista: il Teatro. Questo inconsueto, unico ricettacolo d’arte chiuso tra i palazzi, in pieno centro storico, immerso nel barocco più pieno e glorioso, si dispiega grandioso alla vista dopo che lo spettatore abbia attraversato ambulacri densi di suggestione e percorso in salita e in discesa scale di vomitoria antichi, che rivivono oggi alla fruizione ed all’ammirazione del pubblico.
Un’energia potente emanava dalle pietre laviche. Era come se il monumento stesso gridasse a gran voce: “Ci sono, vi abbraccio: amatemi!”. Che poi sulla serata sembrasse aleggiare lo spirito di Bellini, la gente che gremiva la cavea l’ha avvertito in pieno. Anche la pioggia ha sospeso il proprio arrivo che aveva minacciato per l’intera giornata, in una serata miracolosamente mite e gradevole di un fine settembre un po’ turbolento.
In primo piano, dunque, lo splendore del monumento greco-romano, con la sua ragguardevole acustica, ma vigile e attento, alla guida dell’ottima orchestra del Massimo teatro catanese, il Maestro Ivo Lipanovic, che ha retto con un polso piuttosto robusto la partitura bellinana, pur gestendo, a momenti, i tempi con una certa discontinuità ed improvvisi rallentamenti o eccessive accelerazioni.
Interessanti le voci femminili: Daniela Schillaci, nel ruolo del titolo e Marina De Liso in quello di Adalgisa.
La Schillaci ha dimostrato ancora una volta padronanza del ruolo, affrontato oggi più di ieri con introspezione del personaggio e padronanza della tessitura. Forte e aspra la sua Norma, ricca di energia, caratterialmente e scenicamente dominante.
Bel timbro, bel colore la De Liso, una Adalgisa promettente, ma che ha già saputo creare sintonia con la protagonista, facendo sì, in particolare, che gli incomparabili duetti con lei fossero apprezzabili e suggestivi.
Sung Kyu Park ha dato il massimo che il proprio mezzo vocale, totalmente privo di sovracuti, gli consentiva di donare a un Pollione che certo ha fatto rimpiangere, purtroppo, voci di ben più ragguardevole calibro e, soprattutto, estensione.
Ancora acerbo l’Oroveso di Abramo Rosalen, comprimari corretti, coro ben rodato.
Quanto alla regia di Giandomenico Vaccari, aderente quanto basta alla tradizione, senza slancio alcuno e antimusicale addirittura lì dove avrebbe dovuto invece coordinare i movimenti scenici anche a favore dell’acustica (in particolare quelli tra Norma e Adalgisa), alle scene ed ai costumi, nonché alle luci, meglio concludere che, all’ascolto, sia stata davvero una bella serata.
Natalia Di Bartolo © dibartolocritic
PHOTOS © Giacomo Orlando