By Dalila Calisolo —
Patrimonio dell’umanità per l’Unesco, Mantova ha vinto il titolo di Capitale italiana della cultura 2016. L’annuncio è giunto alla città ed ai suoi amministratori dal Ministro dei beni culturali e del turismo, Dario Franceschini alla fine di ottobre 2015.
Mantova ha battuto 9 rivali eccellenti (su 24 iniziali) come Aquileia, Como, Ercolano ( la favorita), Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. Tra le finaliste, però, il 25 gennaio si proclamerà la Capitale del 2017, per poi andare a regime, anno dopo anno, dal 2018.
La città lombarda è piccola e a misura d’uomo, ma di una bellezza che emana fascino e storia da ogni pietra. Già se ne sente l’influsso all’arrivo, quando se ne vede da lontano stagliarsi la sagoma sull’acqua. Sono tre gli specchi d’acqua, non d’origine naturale, ricavati nell’ansa del fiume Mincio che danno a Mantova una caratteristica del tutto particolare, che ad alcuni sembra quasi magica.
Nel 1984 è stato istituito il Parco del Mincio di cui il territorio del Comune di Mantova fa parte.
I primi abitanti di Mantova furono gli Etruschi, ai quali seguirono i Celti. I romani provvidero alla loro cacciata iniziando opere di fortificazione. Durante questo periodo ebbe i natali il poeta Virgilio (70 a.C.-19 a.C.). Alla fine dell’impero romano, nel 475 circa, la città venne conquistata da Odoacre e poi da Teodorico, re dei Goti.
Nell’anno 1000 iniziò su Mantova il dominio dei Canossa: Tedaldo di Canossa prima e la contessa Matilde ampliarono le loro proprietà e provvidero alla edificazione di chiese e conventi. Dopo la morte di Matilde nel 1115, seguirono frequenti scontri con le popolazioni confinanti veronesi, cremonesi e reggiani. Ezzelino da Romano nel 1246 conquistò la città col suo esercito ma dopo due mesi di battaglie venne sconfitto e cominciò per Mantova un’epoca di benessere. In questo periodo vennero eretti il Palazzo del podestà e il Ponte dei Mulini e la città venne dotata di possenti mura.
Nel 1276 iniziò l’ascesa di una delle famiglie più potenti del tempo, i Bonacolsi, che costruirono importanti palazzi merlati. Il 16 agosto 1328 venne ferito a morte l’ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo detto “Passerino” ad opera di Luigi Gonzaga, spalleggiato dalla famiglia Della Scala di Verona, che ambiva ad impossessarsi della città.
Iniziava così la plurisecolare dominazione della famiglia Gonzaga, che regnò su Mantova fino al 1707. Fu il periodo più importante di Mantova che divenne una delle città più in vista e uno dei massimi centri d’arte in Europa. Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli lasciarono un’impronta indelebile nell’architettura della città.
Mantova subì una guerra di successione e un saccheggio a opera dei lanzichenecchi, che nel 1630 diffusero la peste. Iniziò il lento declino di Mantova, accompagnato dal tramonto della signoria dei Gonzaga che, nel 1707, lasciò la città in mano agli austriaci. Seguì la dominazione francese e nuovamente austriaca nel 1815, quando Mantova divenne caposaldo del Quadrilatero, assieme a Peschiera, Verona e Legnago.
Nel 1852 avvenne l’eccidio dei Martiri di Belfiore, che anticipò l’unità nazionale. Nel 1866 Mantova entrò a far parte dello Stato Italiano.
Numerosissimi i palazzi e i monumenti che ornano e rendono unica la città. ne ricordiamo i più significativi.
Cattedrale di San Pietro (Duomo)
Dedicato a San Pietro, l’attuale Duomo in stile romanico con aggiunte gotiche, fu costruito tra il 1395 e il 1401 dopo che un incendio, secoli prima, aveva distrutto un precedente tempio paleocristiano. Fu ristrutturato nel 1545 da Giulio Romano, che lasciò intatta la facciata ma modificò le forme, ispirandosi alle basiliche paleocristiane. L’attuale facciata, in marmo di Carrara, risale al 1761. Il fianco presenta inserti gotici come rosoni, cuspidi e pinnacoli, resti dell’antica facciata. All’interno si può ammirare il soffitto a cassettoni che sovrasta le tre navate: la principale è ornata di statue di sibille e profeti risalenti al Cinquecento. Sotto l’altare maggiore è conservato il corpo incorrotto di Sant’Anselmo da Baggio patrono della città. La Cattedrale, ubicata nella monumentale piazza Sordello, è la sede vescovile di Mantova.
Basilica di Sant’Andrea
Progettata da Leon Battista Alberti, fu edificata a partire dal 1472 e conclusa 328 anni dopo con la costruzione della cupola su disegni di Filippo Juvarra.
Nella cripta è custodita all’interno dei Sacri Vasi la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo portato a Mantova dal centurione romano Longino. In una delle cappelle è conservato il monumento funebre di Andrea Mantegna, sovrastato dall’effigie in bronzo del pittore della corte dei Gonzaga.
Palazzo Ducale
È forse più giusto parlare di città-palazzo, in quanto il complesso architettonico è costituito da numerosi edifici collegati tra loro da corridoi e gallerie, ed arricchito da cortili interni, alcuni pensili, e vasti giardini. La reggia dei Gonzaga, per estensione dei tetti, è la seconda in Europa superata unicamente dal Vaticano. Non appare improprio definire la reggia gonzaghesca come i Palazzi Ducali, stante l’abitudine di quasi ogni Duca di edificare una propria dimora che si andava aggregando a quanto precedentemente costruito. Già prima dell’avvento al potere dei Gonzaga erano stati edificati i primi nuclei del Palazzo, ma la storia del complesso si identifica soprattutto con quella della famiglia che governò la città fino al 1707. Tra le altre, celeberrima è la cosiddetta Camera degli Sposi (Camera picta) nel Castello di San Giorgio, parte della “città-palazzo”, affrescata da Andrea Mantegna e dedicata a Ludovico III Gonzaga e a sua moglie Barbara di Brandeburgo. Diventata Mantova austriaca, le ristrutturazioni sono proseguite fino alla seconda metà del XVIII secolo per opera dei governatori inviati dall’Imperatore.
Palazzo Te
È opera di Giulio Romano che nel 1525 lo ideò su commissione del marchese Federico II Gonzaga che lo utilizzò per i suoi svaghi. Vi fece dimorare l’amante “ufficiale” Isabella Boschetti. Il “Palazzo dei lucidi inganni” sorgeva al centro di un’isola ricca di boschi e circondata dalle acque di un lago, ora prosciugato: misterioso, ricco di simboli e di miti che risaltano nelle sale stupendamente affrescate anche dallo stesso Giulio Romano, come la celeberrima Sala dei giganti e quella di Amore e Psiche e, non ultima, la sala dei cavalli che celebra le scuderie gonzaghesche all’epoca famose in tutta Europa.
Palazzo di San Sebastiano, Palazzo della Ragione, Palazzo Bonacolsi, Palazzo del Podestà e molti altri edifici e monumenti di alto valore storico artistico completano il patrimonio inestimabile della città di Mantova, luogo di fascino unico e decisamente da visitare e conoscere.
SOURCE WIKIPEDIA, ANSA.it