By Neco Verbis —
- Durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale da parte dei tedeschi, Moore come molti dei suoi concittadini londinesi, era solito rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana. Da qui trasse ispirazione per molte delle sue opere che lo resero famoso. Il suo stile influenzato dall’arte primitiva e tribale rompe con i canoni classici tradizionali.
Promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, dal Museo Nazionale Romano e dall’Area archeologica di Roma, la mostra è stata concepita in collaborazione con la casa editrice Electa e con la Tate, che detiene una delle più importanti collezioni di opere di Henry Moore datate dagli anni Venti ai Settanta, alla quale l’artista stesso contribuì con una donazione.
A cura di Chris Stephens e Davide Colombo, l’esposizione presenta una selezione di sculture, assieme a disegni, acquerelli e stampe, allestiti in aree che esplorano diversi temi – quali l’età moderna, la guerra e la pace – e i soggetti più noti, come la figura femminile distesa o la madre con figlio, di cui Moore realizzò molteplici versioni.
La mostra si focalizza anche sulle sculture destinate agli spazi pubblici, che nelle Grandi Aule delle Terme di Diocleziano trovano una collocazione consona alla loro monumentalità.
Sino al 10 gennaio 2016, Henry Moore offre al pubblico una panoramica ampia sulla tecnica, sul vocabolario di forme e figure dell’artista, ma anche sul suo rifiuto della concezione classica della scultura nella lavorazione dei materiali e nel trattamento dei vuoti, che nelle sue opere assumono la stessa dignità delle masse piene, determinando così un’inclusione dello spazio esterno nella materia scultorea.
SOURCE AND PHOTOS SKY ARTE HD AND ROME GUIDE