Lo streaming, questo mezzo meraviglioso, che consente di raggiungere il mondo in tempo pressoché reale, seguito da milioni di persone on line, permette di diffondere ciò che si creda meglio…Dunque anche l’Opera ora viene trasmessa streaming, spesso in diretta, anche dall’Italia. Ben venga! Meraviglia una diretta della prima dai nostri grandi teatri…Chi lo avrebbe mai sperato, anche solo qualche anno fa? Chi si perde un evento del genere?
Dunque i nostri consueti tre spettatori d’Opera, l’esigente, il paziente e quello di bocca buona, sempre pronti a fruire di ogni mezzo possibile per sfamarsi di Musica, stasera si preparano ad assistere al capolavoro “Sofronide e Palmiero” del genio italiano Aleandro Cozzi, in Streaming dal Gran Teatro Massimo dell’Opera di Sopramonte di Sotto, Italia (Italy-I), che ha annunziato da settimane con ogni mezzo tale trasmissione e montato i mezzi più sofisticati per diffondere gratis al mondo la propria ultima produzione con cantanti di grido (!), direttore diciottenne rivelazione internazionale e tutto il resto al proprio posto, come si conviene oggi ad un teatro di grande tradizione nella Patria del Bel Canto.
I nostri tre spettatori, ovviamente, si preparano ad assistere allo spettacolo ciascuno a casa propria, e ciascuno com’è proprio costume: l’esperiente si concentra da un giorno intero, non ha ascoltato appositamente niente…ha tutto in mente… è assolutamente solo e attende al varco, con un sorrisetto vago sulle labbra, della serie “staremo a sentire, me la voglio vedere tutta!”. Quello paziente si è armato di registrazioni del passato prossimo e remoto, le ha ascoltate tutte, ma, accomodante com’è sa già di poterne tenere conto fino ad un certo punto e si è assiso sul divano con accanto moglie devota e figlio unigenito che cerca pazientemente di educare al Bello. Quello di bocca buona ha spedito la moglie in cucina, ha allertato il cugino melomane che ne sa più di Wikipedia e l’amica che studia Canto privatamente da uno dei soprani secondi del coro del teatro in questione e conosce tutti lì dentro e, già masticando pop corn insieme a loro, si è spaparanzato sul divano, stile finale dei Mondiali di calcio: “Anche noi, finalmente, abbiamo lo streaming in Italia! Mica solo il Met!”
C’è da sottolineare, però, che tutti e tre hanno cercato disperatamente di connettersi fin dalle cinque del pomeriggio al link tanto pubblicizzato sul web, per essere puntualmente on line alle 20:00, dato come orario d’inizio della trasmissione. L’esigente non c’è ancora riuscito: sono le 19:45 e non si vede niente: il sorrisetto diventa ghigno: “Lo sapevo! Cominciamo bene! Incompetenti!”…Il paziente, in quanto tale, si accontenta di ciò che riuscirà a vedere e intravede già qualcosa: può andare… Quello di bocca buona ha attivato da una settimana tutti i mezzi di connessione più sofisticati, cambiato tre volte l’indirizzo IP per potersi fingere sintonizzato dal Nepal se fosse necessario e adesso sta lì di fronte ad una schermata che pare una cartolina: “Speriamo che duri!”…Nel frattempo, qualcosa compare anche sullo schermo dell’esigente: è ora! Eccoli tutti e tre al nastro di partenza.
Si comincia però con due presentatori che dovrebbero raccontare la trama all’inizio di ogni atto e commentare la produzione, rifacendosi anche ai tweet ed a i messaggi su Facebook inviati in tempo reale dagli spettatori a casa davanti al computer.
Si preferisce in questa sede stendere un velo sui commenti dello spettatore esigente a loro rivolti dopo averli ascoltati non più di due minuti, riportando soltanto un suo “Ma dove li hanno presi questi due?” mormorato tra i denti; sottolineando invece che quello paziente dopo ben cinque minuti non li ascolta più ed è andato a ripassarsi la trama dell’opera dal libretto di sala di tre anni prima, tenuto saggiamente da parte in previsione. Quello di bocca buona è troppo impegnato a discutere con il cugino della “Prima rappresentazione dell’Opera a Vienna nel 18….ma quand’era?” per potersi rendere conto che non si ricorda niente della trama, che i due presentatori avrebbero dovuto a loro volta, quanto meno, ripassare prima di andare in onda…
Lo spettatore esigente è un asceta anche nei mezzi tecnologici: possiede due piccole casse stereo anni ’80 ma le considera un bene preziosissimo, perché hanno emesso i suoni registrati più angelici che siano giunti alle sue orecchie e, a mezzo volume, sono a suo dire assolutamente verosimili: non le cambierebbe mai. Il paziente ha fatto montare dal figlio le casse modeste dello stereo di casa, quello di bocca buona possiede ovviamente un impianto da discoteca, ma è costretto a farlo solo sussurrare o i vicini insorgono…ma tanto poi i pezzi glieli ricanta l’amica soprano…
Ecco: arriva il Direttore! L’Opera comincia…Peccato che sia così buio che quasi non si vede nulla…Lo spettatore di bocca buona regola invano contrasto e luminosità del megaschermo che ha in casa, ma non riesce a mettere a fuoco…”Però si sente, dai… sì che si sente!”…Appunto! Si sente così forte che lo spettatore esigente, che ha solo teso le orecchie e non ha ancora guardato lo schermo, si chiede: “Ma per la prima volta le mie casse fanno cilecca? Possibile?”
No, si sbaglia, poverino: è il Maestro che lancia l’orchestra uso compatta falange spartana facendo irrompere la sinfonia nelle case dei malcapitati come uno tsunami stridulo e senza corpo né profondità… L’unico a rendersene conto è lo spettatore esigente: “Ma dove hanno preso quest’altro? Ora voglio sentire i cantanti, con questo muro davanti, se continua così…Però, come avranno sistemato i microfoni i tecnici del suono?”
E infatti i cantanti, anche perché coperti dall’orchestra, non si sentono! Lo spettatore esigente, senza ancora aver guardato nulla, si dispera e invano regola la minuscola rondella del volume, unico mezzo di cui il suo impianto è dotato, per cercare di ascoltare qualcosa dei gravi del basso, non solo gli acuti del coro urlante: invano!
Lo spettatore paziente si lancia in un accomodante quanto cattedratico: “Figliuolo, sappi che l’Opera si gusta appieno solo a teatro; nessun mezzo tecnologico, anche il più sofisticato, può renderle giustizia. Sai, può darsi che non sia tutta colpa della direzione d’orchestra, ma anche della regolazione del suono da parte dei tecnici in loco: è un lavoro difficile!” Il figlio storce il naso e invidia gli amici che sono andati a ballare, meditando una scusa per raggiungerli…
Lo spettatore di bocca buona gioisce: “Come funziona bene l’impianto! Tutto bello forte!!!” Infatti si sente pure il maestro rammentatore: il massimo.
Rassegnato all’ascolto di ciò che passa il convento, lo spettatore esigente si risiede sulla vissuta poltroncina del soggiorno e decide di godere almeno della visione. Ma, guardando per la prima volta l’immagine si accorge che una sola videocamera è stata piazzata a riprendere l’intero spettacolo, ovviamente dal palco reale. “Ma se ci fossi andato io, da un palco laterale e col cellulare, la ripresa sarebbe venuta meglio!”
Col teleobiettivo puntato al massimo non si arriva neanche al piano americano; di primi piani non se ne parla: schermata fissa. Sgrana gli occhi incredulo: non è possibile! Oltretutto la qualità dell’immagine è mediocre, sbiadita, e sul suo piccolo schermo quadrato del pc in outlet non vede quasi niente. Figuriamoci i sottotitoli, confusi, sbiaditi anche loro. Nuovamente non si riportano i suoi commenti…
Lo spettatore paziente si accontenta, quello di bocca buona si arrabbia: “Questo schermo di nuova generazione ha una pessima risoluzione e non è sufficientemente grande!”
Intervallo…In tempo reale. Lo spettatore esigente è già distrutto: Sofronide, annunciata per grande interprete cozziana dei nostri giorni, è inespressiva ed ha un vocione che va tutto per i fatti propri, a prescindere dalla qualità del suono; Palmiero dovrebbe essere decente ma non si sente, gli altri interpreti sono annientati dalle pessime riprese e dal sonoro approssimativo, la regia non esiste, il Direttore-rivelazione continua ad imperversare, in preda ad una crisi di isteria post-adolescenziale…
”No! mi rifiuto di ascoltare le interviste a regista e interpreti ammannite fra un atto e l’altro!” esclama il nostro amico nel soggiorno deserto; si alza e va a prepararsi una tisana al biancospino… Il paziente pazienta ancora: “Quanto sono noiosi!”; quello di bocca buona ride con gli altri dell’ultimo flirt tra l’aiuto regista e la coreografa, consumato nei camerini del teatro…Insomma, nessuno ascolta le interviste: che le fanno a fare?
Alla ripresa dell’opera, anzi, per essere precisi, a metà del secondo dei cinque atti dell’Opera, però, all’improvviso allo spettatore esigente si blocca l’immagine sul più bello della cabaletta del soprano. Il poverino diventa viola, si alza di scatto e chiude la pagina dello streaming; spegne addirittura il pc e si dedica a faccende più edificanti: “Basta!!!”
Quello paziente subisce la stessa sorte di blocco un po’ più avanti, ma persevera…Attende un minuto, due, cinque di fronte alla primadonna folgorata con la bocca spalancata e le braccia aperte alla cadenza che precede il mi bemolle…dopo un quarto d’ora si alza di scatto e afferra il mouse per aggiornare la pagina. Invano il figlio tenta di fermarlo: la pagina aggiornata lo ricollega al Gran Teatro Massimo di Sopramonte di Sotto, ma si era scordato la diretta! Dopo un quarto d’ora si ritrova agli applausi: ha perso cabaletta e finale atto secondo! Ricade distrutto sul divano: la parte più attesa dell’opera è andata! Ma si rassegna, in accordo col proprio stile, e prosegue nella visione, incappando in altri tre o quattro blocchi del genere, ma guardandosi bene dall’aggiornare di nuovo la pagina…Attende lo sblocco: la sua acclarata pazienza gli serve anche a questo.
Allo spettatore di bocca buona, invece, va tutto liscio come l’olio, anche se la cabaletta non la sente lo stesso e neanche il finale atto secondo e quant’altro, perché la spaghettata è pronta…
Insomma, così proseguendo, all’una di notte, mentre lo spettatore esigente, già in braccio a Morfeo, sogna l’edizione del 1972 con la Caballé, lo spettatore paziente riesce ad arrivare alla fine dello spettacolo, ma dopo cinque atti di quel genere è rimasto solo: la moglie si è trascinata fino al letto e dorme da due ore, il figlio è scappato in discoteca con gli amici. Quello di bocca buona, invece, ben sazio anche di chiacchiere e pettegolezzi, è in estasi: “Tutto stupendo: che trasmissione! Una meraviglia! Occorre qualche miglioria all’impianto di casa, ma va già bene così. Che voci, che potenza d’orchestra! Bravi, ma proprio bravi tutti! Evviva lo streaming in diretta anche in Italia!”.
Natalia Di Bartolo