Review: NORMA al Filarmonico di Verona

Review: NORMA al Filarmonico di Verona, diretta da Francesco Ivan Ciampa, produzione di Hugo De Ana.

By Lukas Franceschini


Verona, 27 aprile 2017.

Al Teatro Filarmonico di Verona è stara rappresentata l’opera Norma di Vincenzo Bellini nello storico allestimento di Hugo De Ana ideato per la Fondazione Arena nel 2004.

Norma è un titolo molto difficile da eseguire per l’impegno mostruoso cui sono chiamati i protagonisti, e oggi lo è ancora di più considerato che le voci disponibili sono piuttosto rare.

Lo dimostra anche l’edizione veronese, la quale è molto volenterosa ma con risultati molto discutibili.

La protagonista Csilla Boross, indisposta alla prima e sostituita, è rientrata per le ultime due recite tra cui quella da me ascoltata. Il soprano ungherese possiede una voce molto importante, grande e brunita ma le lacune tecniche rendono il suo canto stridulo soprattutto nel settore acuto. Dopo un’entrata, “Casta Diva”, con difetti d’intonazione ha proseguito in una performance sempre al limite, trova un limitato riscatto solo nel finale, quando la tessitura è notevolmente centrale e riesce anche in un fraseggio eloquente, ma nel complesso la prova non è positiva.

Rubens Pelizzari è un Pollione vigoroso vecchio stampo di teatro di provincia, abbastanza sicuro e con un colore vocale anche pertinente, ma i risultati non sono del tutto soddisfacenti se si analizzano accenti e stile, tuttavia, riesce con onestà in un ruolo che a mio avviso dovrebbe escludere dal suo repertorio.

Molto migliore l’Adalgisa di Anna Maria Chiuri le cui intenzioni sono molto rilevanti, la vocalità pertinente anche se qualche estremo acuto un po’ forzato, ma notevolmente una prova positiva.

Mediocre Marko Mimica, Oroveso, il quale avrebbe voce e stile pertinenti per tale ruolo, ma sovente la vocalità è alterna e lo stile non proprio rifinito. Considerando la giovane età è auspicabile in futuro una messa a fuoco del ruolo più studiato soprattutto nella nobiltà interpretativa.

Bravissima Madina Karbeli, Clotilde, credibile nel misurato personaggio e perfetta nei brevi interventi, professionale il Flavio di Antonello Ceron.

Orchestra e Coro, quest’ultimo diretto da Vito Lombardi, della Fondazione Arena hanno fornito una prova molto convincente confermando l’ottima professionalità.

Sul podio Francesco Ivan Ciampa, un direttore che sta facendo una carriera importante, anche se le occasioni non sono sempre equilibrate. La prova veronese è una delle sue migliori direzioni da me ascoltate. Molto attento alle sonorità che non sono mai eccessive ma sostenute e vibranti, capace di coordinare buca e palcoscenico in maniera convincente. La sua non è una lettura filologica, eliminati tutti i daccapo e vari tagli qua e là, ma considerato il cast è il caso di rilevare tali scelte che forse sono state obbligatorie. Resta il plauso di aver condotto con maestria e senso teatrale una recita non facile.

Infine lo spettacolo interamente curato da Hugo de Ana, un monumentale allestimento in stile neoclassico con colonne e una maestosa parete, cui si aggiungono proiezioni con effige di Napoleone e sculture settecentesche che raffigurano l’arte greco-romana in voga in tale periodo. L’aggettivo predominante è l’eleganza, sia nelle scene dei singoli sia negli assiemi. Tuttavia è incomprensibile il messaggio che vuole dare il regista, ambientare Norma in epoca Napoleonica lascia molti dubbi sul perché di tale operazione, cosa vuole rappresentare nello scontro tra i druidi e i romani, e l’ambientazione stessa. Bellissimi i costumi in stile impero.

Il pubblico ha applaudito tutti con acceso calore e grande partecipazione.

© Lukas Franceschini

PHOTOS © Ennevi-Arena di Verona