SPARTACUS, danza fra storia ed arte

Review by Natalia Di Bartolo ©dibartolocritic


La vicenda di Spartacus, schiavo e gladiatore ribelle nell’antica Roma, è d’indubbio fascino e ovviamente, tra le varie versioni in cui è stata immaginata, rappresentata, reinventata, quella del balletto è tra le più coinvolgenti.

Il balletto omonimo, su musica di Aram Kachaturian, è cosi approdato anche al teatro massimo Bellini di Catania, andando in scena in prima rappresentazione il 7 giugno 2016.

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Pubblico delle prime come al solito compassato, non particolarmente numeroso, date forse anche le recite quasi a ridosso de La Sonnambula, ma desideroso di Balletto, oltre che d’Opera e giustamente in attesa di godere una serata non solo di ballo, ma anche di musica.

Gran bella musica quella del Khachaturian, che nella sua forza principalmente narrativa riesce a contenere impeto e passione, nonché un attenersi ad un post Ottocento che segue una tradizione lunga e gloriosa senza tradirla né sminuirla.

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Alla guida dell’orchestra del Bellini, rinforzata nell’organico, il Maestro Norbert Baxa, che ha diretto con ottima padronanza una partitura volutamente infarcita di clangori d’ottoni e di sonore, variegate percussioni. A questo proposito, una nota di lode alle sezioni apposite dell’ottima orchestra catanese.

Sulla scena un corpo di ballo proveniente dalla Repubblica Ceca, assai nutrito e molto ben coordinato.

Nei panni del protagonista l’ottimo Richard Ševcic, affiancato dall’espressiva Jarmila Dyckova nei panni di Phrygia e da diversi altri valenti solisti di ragguardevole scuola, tutti del teatro J.K Tyl di Pilsen, a cui si deve l’allestimento.

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La coreografia di Jrì Pokorny, anche regista della produzione, abilmente mixata tra classico sulle punte e moderno, senza indulgere a contorsioni o esagerazioni, si è mostrata attinente ed adeguata alla partitura, che contiene anche brani molto famosi, come il tema d’amore, l’Adagio, reso celebre da una produzione della BBC negli anni ’70 del secolo scorso.

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Scene scabre e oscure, luci ben mirate, qualche ingenuità negli accessori di scena, tra labari e insegne romane, ma tutto sommato perdonabili ad un insieme ragguardevole di un allestimento che rende merito alla tradizione della danza in territorio Ceco.

Lo spettacolo, che ha riscosso unanimi consensi presso il pubblico, ha concluso con una serata decisamente gradevole sotto ogni aspetto la prima parte della Stagione Lirica e di Balletti del massimo teatro catanese, che riprenderà ad ottobre.

 

Natalia Di Bartolo – ©dibartolocritic

 

PHOTOS © Giacomo Orlando