Quando Josef Strauss “copiò” Vincenzo Bellini

Written by Natalia Di Bartolo ©dibartolocritic  —


La Musica: linguaggio universale e senza tempo, ma anche fonte inesauribile d’ispirazione per gli stessi compositori, che nel susseguirsi del tempo, inevitabilmente hanno risentito l’uno dell’altro, anche in echi e frasi “prestate”, per non dire “rubate”, l’un l’altro.

Curioso accorgersene, nella fattispecie,  nel contesto di un concerto di capodanno a Vienna, assistendo poi immediatamente dopo ad un altro a Catania, in un sali e scendi da aerei nello stesso giorno, che porta chi scrive, quando può, a non perdersi una nota per tutto l’oro del mondo, né in Austria, né in Sicilia, né altrove la porti la qualità dell’Arte Musicale.

E già, all’ascolto immediato, la “Libellula” di Josef Strauss (1827-1870) non può che solleticare curiosamente l’orecchio di una catanese in trasferta…Note conosciute…da verificare, dato il momento dell’ascolto inaspettato.

Josef Strauss
Josef Strauss

Subito occhio al programma di sala a Vienna: polka-mazurka op. 204 “Die libelle”, detta “francese”, composta da Strauss nel 1866. Ma, dato il momento, le idee non erano ben chiare, sia pure nel progettare l’intento di approfondire la questione appena possibile.

Aereo Vienna-Catania, Teatro Massimo “Vincenzo Bellini”: secondo concerto di capodanno 2016, tutto “viennese” anche questo, sia pure nella patria del grande compositore d’Opera (1801-1835), come se si fosse ancora in Austria, quanto a clima melodico e armonico.

E qui la catanese melomane, venuta sù a pane e Cigno, seduta nella poltroncina di velluto rosso di “casa”, sempre quella, in cui è cresciuta in ascolto di Gianandrea Gavazzeni che dirigeva divinamente Bellini nei primi anni ’70, gli anni dell’imprinting, si ritrova l’illuminazione: “Ma era Norma!”

Vincenzo Bellini, ritratto da Francesco Di Bartolo
Vincenzo Bellini, ritratto da Francesco Di Bartolo

Altro che libellula viennese, c’era la parte iniziale del duetto Norma-Adalgisa in quelle note così ben calibrate, altalenanti, dolci e modulate con delicata abilità da Strauss. Non si sbaglia!

Norma, composta nel 1831, quando Josef Strauss era ancora bambino. Chissà cosa l’avrà spinto ad utilizzare il tema belliniano, oltre trent’anni dopo. Forse qualche studioso se n’è già accorto, ma certo le circostanze, le situazioni, i luoghi, le coincidenze di oggi, sono davvero rimarchevoli e, quanto meno, emozionanti e vale la pena annotarle in questa sede.

Insomma, ci si ritrova un pezzetto di Bellini a Vienna, dentro una polka-mazurka di Strauss eseguita al concerto di capodanno 2016 e scelta dal M° Mariss Jansons a far parte del magnifico programma del concerto viennese…E ci si riflette poi a Catania, durante un altro concerto di capodanno di musica viennese, diretto da un viennese, nello stesso giorno.

E mentre il concerto a Catania si svolge, quelle note di Vienna risuonano ancora all’orecchio e s’accendono: “Mira o Norma ai tuoi ginocchi”: divina, ineguagliabile idea tutta belliniana, geniale, ripresa dalla scena terza del secondo atto dell’Opera, con estrema grazia, dal compositore austriaco nella sua polka-mazurka.

Bentornata a casa, dunque, Libellula/Norma!

Natalia Di Bartolo ©dibartolocritic