Shakespeare al cinema: MACBETH di Kurzel

Review by Neco Verbis —


C’erano una volta (e ci sono ancora oggi) molti lettori “pigri”, per i quali volenterose case editrici confezionavano “selezioni” di celebri opere letterarie, per evitare lo sforzo agli occhi e soprattutto alle sinapsi degli abbienti abbonati…Esistono ancora oggi questi “riassunti”, definiti adesso “distillati”…Ma l’opera letteraria originale ha mai ricevuto piena giustizia da tali operazioni?

macbeth_ver5_xlgCosì non pare al lettore che ami il capolavoro integrale, così come il pane. Insomma, a parere di chi scrive è sempre stata ed è ancora un’operazione arbitaria per quanto riguarda il risultato, sia dal punto di vista del “riduttore” che del lettore. Non è detto che un bravo riduttore sia capace di condensare un capolavoro. Come non è detto che un lettore intelligente non sia capace di leggerlo tutto e di apprezzarlo.

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Quando poi è il cinema a fare le veci del riduttore, allora la fascia dei lettori si amplia a quella degli spettatori delle sale cinematografiche e, proporzionatamente, è soggetta ad ampliarsi anche la dose di pigrizia. I lettori, infatti, sono consapevoli di essere tali…i fruitori del cinema, invece, lo diventano involontariamente, se, credendo si andare a vedere un film tratto da una tragedia letteraria (prima che teatrale) evitando di leggerla, s’imbattono non nella doverosa riduzione dell’opera a sceneggiatura per un film di alto livello, ma nel riassunto della “selezione” del “distillato”…Ovvero, nella fattispecie, nel film Macbeth, diretto dal regista e sceneggiatore australiano Justin Kurzel, classe 1974, in questi primi giorni del 2016 nelle sale italiane.

Lady Macbeth (Marion Cotillard) erwartet die Ankunft des Königs Duncan in Inverness

Nella sceneggiatura, il Kurzel non ha fatto altro che seguire, perfino senza ritegno, la riduzione-capolavoro a libretto d’opera per Giuseppe Verdi di Francesco Maria Piave, ma è stato capace di riassumere maldestramente anche quella. Il che ha dato vita ad un condensato insensato, sanguinolento, brumoso e soprattutto noioso del capolavoro, sotto qualsivoglia aspetto lo si guardi.

Heerführer Macbeth (Michael Fassbender) und seine Kämpfer

Per quanto riguarda il taglio della sceneggiatura, ridotta all’osso, infatti, chi non conosca almeno un minimo del fascino del vero Macbeth, sia inteso come tragedia, che, poi, come opera lirica, si pensa debba uscire quanto meno sconcertato dalla sala cinematografica: non hanno goduto né il gusto del purista, né quello del melomane, né quello dello spettatore di film di qualità, Doppiato male, oltretutto, in italiano, visto come si pensi ormai che “classico” significhi “ingessato”, “oscuro” e “monocorde”.

Passando poi alla parte dello spettacolo visivo, il protagonista Macbeth, Michael Fassbender, sia pure recitativamente volenteroso, arriva perfino a fare il bagno purificatore dal sangue del re Duncan in assai improbabili mutande…

Macbeth (Michael Fassbender)

La scena della pazzia di Lady Macbeth, poi, ridotta a tre parole e ad un paio d’inquadrature del viso dell’attrice Marion Cotillard, con uno sguardo registico compiaciuto all’atmosfera de La Passione di Cristo di Mel Gibson, avrà fatto andare su tutte le furie più di qualche spettatore esigente.

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Per non parlare di Banquo privato di ogni cavalleresco attributo sia visivo che sonoro; le streghe, quattro, divenute quasi delle mendicanti senza alcun alone di mistero; le battaglie solo accennate low cost; la corte di Scozia un mortorio di fantocci schierati, le apparizioni che non si capisce siano tali…Il tutto, con qualche vago richiamo dei protagonisti, nelle pose interne al castello, alla pittura di Füssli, risulta avvolto in esterni da una bruma costante che dovrebbe rivestire di un alone di fascino i bei paesaggi selvaggi della Scozia, se non fosse che, invece, finisca per rendere ancor più palese l’alone involontario nella messa a fuoco dei momenti cruciali della tragedia, anche dal punto di vista visivo.

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Una tragedia divenuta un fumetto di una solennità artefatta, perfino irrispettosa per l’appassionato di Shakespeare (e di Verdi); insoddisfacente per lo spettatore medio che al cinema cerchi anche di elevarsi un po’, quanto a soggetto, in periodo strettamente post-natalizio; noioso per lo spettatore distratto; criptico per il neofita.

Macbeth (Michael Fassbender, links), Duncan (David Thewlis, mittig) und Malcolm (Jack Reynor)

Insomma: il Macbeth di William Shakespeare è tutta un’altra cosa e sarebbe stato meglio evitare d’incomodarlo. Operazione difficile trasporre Shakespeare al cinema, è vero: ci hanno provato in molti, proprio con Macbeth in prima linea…Inutile citare gli illustri predecessori degli artefici di questo film odierno: forse è meglio, invece, chiuderne la copertina, assai ben illustrata dal ricco battage pubblicitario, e conservarlo quanto più in alto possibile negli scaffali della cineteca mentale di chi abbia auspicato, dato il titolo, di accostarsi ad un’opera cinematografica degna di tale nome.

©Neco Verbis