L'indimenticabile TITO SCHIPA: cinquantenario della morte

By Salvatore Margarone

Quest’anno 2015 ricorre il 50° anniversario della scomparsa del grande tenore Tito Schipa.

Il tenore Tito Schipa

Ci piace ricordarlo ricostruendo in breve la sua vita e la sua carriera e qualche curiosità, per non dimenticare…

Raffaele Attilio Amedeo Schipa, conosciuto a livello mondiale come Tito Schipa, nacque a Lecce il 27 dicembre 1888 (anche se fu registrato all’anagrafe il 2 gennaio dell’anno seguente). E’ considerato uno dei più grandi tenori della storia dell’opera, dotato di tecnica sopraffina, il cui stile di canto appare ancora adesso attuale.

Il nome d’arte viene dal nomignolo “Titu“, affibbiatogli da ragazzo a causa della statura non eccezionale. A soli tredici anni entrò in seminario dove iniziò a studiare composizione. La sua crescita fu seguita a Lecce da Alceste Gerunda e proseguì, fino alla consacrazione a Milano con Emilio Piccoli.

Il debutto il 4 febbraio 1909 a Vercelli, in Piemonte, con la “Traviata”. Il successo nel 1914 a Napoli grazie ad una “Tosca” interpretata magistralmente: da quel giorno divenne “Tito Schipa”.

Nel 1915 lavorò al teatro “Del Verme” di Milano cantando nella “Traviata” e nel “Falstaff” di Verdi. In quella stagione il debutto quale tenore di grazia alla mitica “Scala” con “Principe Igor” e “Manon Lescaut”. Grazie all’opera di Puccini giunse nel 1918 a Madrid anche il primo trionfo all’estero. Nel 1919 gli Stati Uniti, dove sarebbe rimasto per circa quindici anni, con l’approdo a Chicago dove sposò la soubrette francese Antoinette Michel d’Ogoy.

Il 4 dicembre 1919 Tito Schipa debuttò proprio nella città dell’Illinois con il “Rigoletto” sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Da lì al “Metropolitan Opera” di New York, dove succedette a Beniamino Gigli nel 1932, il passo fu breve. In America il tenore salentino divenne un idolo.

La rottura con la moglie (che pure gli aveva dato due figlie, Elena e Liana) e la nostalgia per la patria lo riportarono in Italia. Qui, oltre a calcare sempre palcoscenici di prestigio, proseguì una carriera da attore intrapresa ad Hollywood (si ricordano “Vivere” e “Tre uomini in frac”). Durante la guerra sposò l’attrice Diana Prandi, che nel 1946 gli diede Tito Jr.

Nel complesso furono innumerevoli le sue tournee all’estero, tanto da fargli parlare correntemente quattro lingue e cantare in più di una decina.

Il 14 aprile 1955 dette l’addio al palcoscenico con “Elisir d’amore” al “Petruzzelli” di Bari. Tornò negli Stati Uniti (ancora beniamino della folla americana) e morì a New York il 16 dicembre 1965 per un collasso cardiocircolatorio.

La salma di Tito Schipa giunse a Lecce il 3 gennaio 1966 in una Santa Croce traboccante di gente, assiepata anche all’esterno. Il mai dimenticato tenore riposa da allora nel cimitero di Lecce in una tomba accanto alla chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo.

La sua voce melodiosa ogni giorno riecheggia nel salotto di piazza Sant’Oronzo a Lecce ad identificare il mezzogiorno.

Salvatore Margarone